martedì 31 gennaio 2012

interviste vintage

Sono passati degli anni dall' apertura di questa rivista ormai dormiente, molto materiale è stato perso,ma per non perderlo tutto completamente raccoglierò di seguito quelloche rimane almeno delle inteviste. Oramai facebook è diventato il padrone indiscusso delle nostre vite e il myspace è diventato un luogo abbastanza morto se non connesso ad altri social come twitter al quale non mi abituerò mai...comunque forse in un blog le memorie si manterrano meglio che sul defunto myspace.



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intervista ai malevitch's square

Lo so che ci siamo sbandati ultimamente; non siamo più costanti nel pubblicare nuovi articoli ma, quando ne ho la possibilità, cerco sempre di arricchire questo blog, anche se, mio malgrado,la nostra rivista non sarà prolifica come quando avevamo aperto, spero di colamere presto questa nostra mancanza e trovare nuovi stimoli, intanto una nuova intervista.... ai malevic's square; ci ha risposto il batterista a nome del gruppo.




Au Rebour:"Come mai avete scelto questo nome?"
MS:"Allora il nome viene da una frase estrapolata dal testo sabrina, celebre pezzo degli Einsturzende Neubauten, dove Blixa dice "It is as black as Malevitch's square". Siamo tutti fan di questo gruppo anche se apparantemente tendiamo a seguire più altre sonorità."
Au Rebour:"Quali sono le vicende che, secondo voi, hanno contribuito a far crescere e maturare il vostro gruppo musicalmente?MS:"Ad essere simceri siamo un gruppo in continuo cambiamento, la canzone scritta il giorno prima a volte non ci piace più il giorno dopo, quindi risponderti ora sarebbe come dirti nulla, posso dirti pero che cerchiamo ogni giorno di trovare la nostra pace creativa, ma non è semplice."
Au Rebour:"In che genere vi collochereste?"MS:"Questo è un problema per noi che compare solo quando dobbiamo creare un flyer per qualche serata e non credo che mai abbiamo scritto la stessa cosa. sono banale se dico rock??"
Au Rebour:"Quali sono i gruppi a cui vi ispirate e che vi influenzano?"MS:"Sono moltissimi i gruppi che ci influenzano, tutti noi ascoltiamo musica molto differente, fra tutti posso citare Tool, Nine Inch Nails, Mastodon ma anche i Nirvana e la scena grunge, i Melvins, il post-hardcore americano e poi non dimentichiamo che il nostro nome rimanda anche all arte figurativa, quindi in fin dei conti l' arte ci influenza e si influenza in maniera molto ampia."
Au Rebour:"Come componete le vostre canzoni, ad esempio da dove prendete spunto per i testi?"MS:"Siamo tutti compositori della parte musicale, molti di noi suonano piu strumenti e le idee si mescolano per creare qualcosa che piaccia a tutti noi e devo dire che non è una cosa molto semplice, anzi. Per quanto riguarda la parte testuale il compito è esclusivamente del cantante."
Au Rebour:"Progetti presenti e futuri?"MS:"Allora abbiamo da poco registrato il nostro primo demo-tape presso il twelve-studio che abbiamo caricato su myspace, adesso stiamo preparando pezzi nuovi per un eventuale album piu lungo e abbiamo un? imminente data il 13 agosto a Montesivano nel locale Blackest."
con questo ci siamo fatti pure publicita e direi che è tutto....
grazie ancora...."


Au Rebour:"Grazie a voi"


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intervista ai While you Wait


Ecco a voi una nuova intervista:)
Au Rebour:"Come mai avete scelto questo nome?"
wyw:"Non c'è un motivo particolare, eravamo indesici su un vari nomi e questo ci è piaciuto in maniera particoalre :-)"
Au Rebour:"Quali sono le vicende che, secondo voi, sono state importanti per la crescita musicale della vostra band?
wyw:"Sicuramente suonare insieme a bands a noi care. Purtroppo il non avere una formazione stabile, più che crescere ci ha limitato molto... ma siamo comunque contenti dei risultati raggiunti."
Au Rebour:"In che genere vi collochereste o vi hanno collocato?"
wyw:"Noi ci collochiamo nell'hardcore e penso che tutti ci collocano in questo genere"
Au Rebour:"Quali sono i gruppi a cui vi ispirate e che vi influenzano?"
wyw:"GO IT ALONE, SINKING SHIP, RUINER, ANOTHER BREATH in primis :-)"
Au Rebour:"C
ome componete le vostre canzoni?"
wyw:"Di solito ci incontriamo per prove casalinghe, senza batteria, buttiamo idee e cerchaimo di abbozzare la struttura della song. Successivamente nelle poche prove che facciamo cerchaimo di unire tutte le idee per portare a termine la canzone."
Au Rebour:"Progetti futuri?"
wyw:"Speriamo di rimettere su la foramzione per fare qualche concertino soft per l'italia! Subito dopo registrare qualche nuovo pezzo che abbiamo in cantiere.Tutto questo penso non prima di Agosto."
Au rebour:"Grazie mille della disponibilità!"
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intervista ai Christiane F


Finalmente ho deciso di riprendere in mano questo progetto che da troppo avevo trascurato mi auguro che da questo momento riuscirò a dedicarmici, studio permettendo, in maniera continua e spero anche che riesca ad interessare qualcuno!
Ricomincio con un'intervista ai Christiane F breve ma focalizzata sui punti fondamentali!
Au rebour:"Come mai avete scelto questo nome per il vostro gruppo?"
CF:"Abbiamo tirato a sorte fra le cose che in quel momento ci piacevano di più."."(ndr Christiane F. è lautrice del libro noi ragazzi dello zoo di berlino)
Au Rebour:"Diteci come vi siete formati e le vicende che vi hanno fatto crescere musicalmente"
CF:"Dopo una serie di avvicendamenti la line up definitiva risale a circa un paio di anni fa e siccome il progetto ebbe inizio nel 2000, tempo ed esperienze umane per crescere non sono mancate :)"
Au rebour:"In che genere vi collochereste?"
CF:"Ci piace quando sono gli altri a dircelo, per noi è difficile stabilire un confine tra ciò che abbiamo assimilato nel corso degli anni e ciò che ci piace adesso, per cui la miscela che ne viene fuori ci sembra non possa avere una collocazione precisa."
Au Rebour:"Quali gruppi vi ispirano e vi influenzano?"
CF:"Siamo molto liberi nei nostri ascolti e riusciamo a spaziare tra i generi più disparati, indubbiamente, al momento, l'influenza di un certo rock'n'roll, contaminato da distorsioni, è innegabile."
Au Rebour:"Come componete le vostre canzoni?Cioè da dove prendete spunto per i testi e la musica?"
CF:"Guardando ciò che ci è intorno, rigorosamente con ironia. LA MUSICA, VIENE SUONANDO!"
Au Rebour:"Progetti futuri?"
CF:"Cercare di non languire nel circuito dei soliti locali e farci ascoltare da più persone possibili"
Au Rebour:"grazie mille per la disponibilità"
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inervista ai punch in mouth

Visto che, la nostra redazione si è dimezzata e parte di essa si è andata ad arricchirsi all' estero..:)..ho deciso che, forse, sarebbe meglio far diventare questa rivista totalmente on line, cioè con interviste via mail, anche perchè possiamo, in questo modo, allargare i nostri orizzonti...
ed ecco a voi l'intervista ai Pounch in Mouth!
Au rebour:"Come mai avete scelto questo nome per la vostra band?"
Luke:"Quando eravamo agli inizi, molte persone (ovviamente di vedute molto chiuse) ci dicevano che perdevamo solo tempo a fare quello che facevamo e ci prendeva in giro per questa nostra passione.
Decidemmo, per questo, di chiamare la nostra band Punch In Mouth. Un pugno in bocca a tutte le persone che cercavano di ostacolare il proseguo della cosa che per noi era la migliore al mondo ovvero fare musica insieme."
Au Rebour:"Raccontateci brevemente la vostra storia, più che altro gli avvenimenti che vi sembrano rilevanti per la crescita e il percorso del gruppo."
Luke:"A cominciare fui io, al basso e alla voce, e Simon, l' ex chitarrista della band. Col passare del tempo, completammo la line up con Fabian alla batteria, il mio passaggio alla chitarra, l' inserimento di Mark al basso e di Leo alla voce. Con questa formazione cominciammo a fare le cose seriamente.
Dopo vari live, entrammo in studio per la registrazione del nostro primo Ep ufficiale con la formazione completa ma, dopo un breve periodo, Simon prese la decisione di lasciare la band, per motivi che, sinceramente, ancora oggi non capiamo! Non ci perdemmo d' animo e la seconda chitarra venne affidata a Leo, il cantante. Così completammo l' Ep (che abbiamo chiamato Space Punk Ep) e abbiamo cominciato un' intensa attività live che, ci ha portato il 15 Novembre 2009 ad aprire la data romana dei dARI in quel di Stazione Birra.
Dopo ciò rientrammo in studio per registrare un nuovo singolo in tema col Natale (Merry Shitmas).Ora stiamo scrivendo nuovi pezzi per arrivare a un album completo e intanto continuiamo l' attività live :D Ovviamente le cose da dire sarebbero molte di più ma ho cercato di stringere il più possibile XD"
Au Rebour:"Quali sono i gruppi che vi hanno maggiormente influenzato e ai quali vi ispirate?"
Luke:"I gruppi al quale ci siamo ispirati maggiormente per la creazione di questo progetto sono band come Green Day,
blink-182, Angels & Airwaves e Fall Out Boy. La musica che ne viene fuori però si distingue molto dal classico
punk pop, questo perché cerchiamo di miscelare al meglio anche elementi presi appunto da altri generi."
Au Rebour:"In che genere vi collocate? Pensate che, all' interno del vostro ambito, avete introdotto qualcosa di innovativo e diverso dalle altre band?"
Luke:"Noi abbiamo sempre definito il nostro genere Space Punk (da cui l' Ep prende anche il nome). Il tutto nacque un giorno in studio quando scegliemmo il sottofondo dei nostri pezzi. Ci ricordavano troppo i suoni che si sentono magari nei film di fantascienza ambientati nello spazio. Certo, questi non sono rintracciabili in tutti i nostri pezzi ma in brani come Say Sorry o Merry Shitmas sono abbastanza evidenti.
Quindi tecnicamente il nostro è un Punk melodico con
effetti spaziali XD
Penso, comunque, che ,
abbiamo introdotto qualcosa di nuovo con la nostra musica perchè cerchiamo di coniugare ogni nostra influenza musicale e questo ci da sempre la possibilità d
i variare molto ogni pezzo che componiamo.
Più che altro cerchiamo sempre di mantenere alta l'
intenzione del brano in modo tale da non annoiare chi ascolta :D"
 Au Rebour:"Avete pubblicato un ep, come vi siete organizzai per la sua composizione, ispirazione dei testi ad esempio."
Luke:"Come dicevo prima abbiamo un Ep all' attivo, anche se, ci sono 2 Ep precedenti con la vecchia formazione ma non li teniamo molto in considerazione. Il primo, perchè era davvero rudimentale e non c' era ancora Leo alla voce e, il secondo, (composto da 2 brani) perchè contiene pezzi che abbiamo rivisitato e riregistrato con qualità molto migliore
nell' Ep ufficiale ovvero 5 Days e My Prison. Per quato riguarda la composizione dell' ultimo Ep ci siamo organizzati così: io componevo la base del pezzo e poi tutti insieme in sala prove discutevamo le variazioni da apportare! Poi la stesura dei brani fu arricchita anche dai consigli del nostro produttore artistico, Luca Fareri, in fase di preproduzione.
Per finire i testi sono tutti a carattere
autobiografico; 4 sono miei, 1 di Mark e 1 di Leo e trattano vari argomenti. Dalla delusione per una relazione che non è mai riuscita a decollare all' avversione verso una società troppo selettiva che
giudica solo in base alle apparenze e non ti permette di essere te stesso."
 Au Rebour:"Progetti futuri?"
Luke:"I nostri progetti sono sempre gli stessi da quando abbiamo cominciato! Cercare di suonare il più possibile in giro per far arrivare la nostra musica al maggior numero di persone possibile e continuare a creare nuovi pezzi! Ora, oltre agli altri ne abbiamo 2 nuovi, per un totale di 8 pezzi complessivi. Puntiamo ad arrivare ad 11 per poter cominciare a parlare
seriamente della stesura del primo album ufficiale :D"
Au Rebour:"Grazie della disponibilità"
Luke:"Grazie di cuore per il tempo e lo spazio che ci avete dedicato :D Per tutti quelli che hanno letto l' intervista e
vogliono rimanere in contatto con noi:
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è arrivato l' anno nuovo e sono felice che si sia aperto con nuove ed interessanti interviste. Devo dire che, questa volta, abbiamo deciso di usare messenger, e come primo esperimento non è stato male chissà se ci sarà utile anche in seguito.
Abbiamo intervistato Alex dei Cramm e voglio sottolineare la sua disponibilità e simpatia nel condurre l' intervista che riporto di seguito.

Au Rebour:"Come mai avete scelto questo nome per il vostro gruppo?"
Alex cramm:"Cramm è l'acronimo dei nomi dei componenti del nucleo originale del gruppo; sta per: C-ristian R-iccardo A-lessandro M-irco e per ultimo M-arco. Quest' ultimo non suona più con noi,ma decidemmo comunque di rimanere con la doppia M perchè ci sembrava più "completo" come nome, anche a causa del fatto che ci siamo oramai abituati a vedere scritto il nostro nome così."
Au Rebour:"Spiegateci la storia del gruppo"
Alex Cramm:" Il gruppo nasce nel Dicembre del 2006 per volere di Cristian, Riccardo e Mirco che si divertivano a suonare i brani dei Green Day nella mansarda di Cristian. Io entrai verso Febbraio-Marzo 2007 poiché ero un caro amico di Riccardo e Mirco.
Un pò più in là, sentendo l'esigenza di una seconda chitarra, Riccardo trovò e propose Marco; così nacquero i cramm, all'inizio cover band Green Day.
Per tutto il 2007-2008 abbiamo suonato in diversi locali e contest (alcuni vinti, altri ovviamente persi), che ci hanno permesso di andare anche fuori dall'Abruzzo. Abbiamo ad esempio fatto due date a Roma consapevoli che, per avere solo 16 anni d'età, questo sia già un importante traguardo.
In questi due anni il gruppo comincia anche la creazione di brani propri, poiché eravamo vogliosi di esprimere i nostri pensieri attraverso l'arte che più amavamo:la musica;ci siamo quindi chiusi in studio e abbiamo registrato un demo di tre cover e, più in là, il nostro primo brano: "se vorrai".
Nel dicembre del 2008 ci fu un cambiamento nella line up del gruppo: Marco (seconda chitarra e cori), fu cacciato a causa del suo comportamento egoistico. Dopo la sua espulsione, continuammo le esibizioni live senza sostituirlo,decidendo di rimanere con soli quattro membri.
L'estate del 2009 segna il primo vero cambiamento: siamo infatti entrati nel "Markhouse Studio" dell'arrangiatore, direttore d'orchestra, pianista nonché produttore di Piero Pazzocchetti, Marco Marrone, per la durata complessiva di due mesi e mezzo (Giugno,Luglio e metà Agosto). Qui abbiamo registrato i cinque nostri inediti, contenuti nell' Ep "Night's Coming" : 1) Night's Coming (Stand Up And Feel This!);2)Prendimi;3)Se Vorrai;4) My Summer Memories;5)Everything's Gone;abbiamo inoltre dato una bella "ripulita" al nostro myspace contattando un designer romano famoso tra i gruppi underground del nostro genere affinché desse un degno "vestito" al nostro sito più cliccato (la nostra celerità nelle risposte a fan e semplici visitatori sul myspace ci hanno assicurato più di 125.000 visualizzazioni in poco più di due anni).
Dopo quest'intensa estate abbiamo inviato l'ep a numerose case discografiche e agenzie di managment e promozione,mentre nel frattempo stiamo organizzando nuove date fuori dall'Abruzzo;per concludere,ti do una notizia "in esclusiva" : è quasi certa ormai la collaborazione con l'agenzia management e promozione attiva sul suolo italiano, nonché internazionale, della Alkemist Fanatix Europe...Ne vedremo delle belle!!! :D "
Au Rebour:"Quindi, mi hai detto che avete cominciato come cover band dei Green Day, ci sono stati altri gruppi che vi hanno influenzato o ai quali vi ispirate?"
Alex Cramm:"In principio c'erano tutti quei gruppi del filone punk-rock californiano,come Green Day, Sum 41 e Good Charlotte; da lì in poi però, il gruppo si è spostato su un filone più "pop" influenzato da gruppi americani come All Time Low e Boys like Girls. C'è però da dire che la musica che ne esce fuori è un qualcosa di molto particolare, che ben si distingue dalle sonorità che si sentono in giro, sempre del nostro genere, ovviamente;questo perché abbracciamo di buon grado ogni tipo di musica: solo per fare qualche esempio, ti dico che Cristian è stato tutto il giorno chiuso in casa affranto non appena è venuto a sapere della morte, avvenuta pochi giorni fa, del grande James "the rev"Sullivan,batterista dei Avenged Sevenfold e che io stesso ogni giorno sento e canto almeno un cd intero dei Queen, che ammiro in una maniera assurda.
A mio parere è questa grande molteplicità di suoni che crea un melting pot assolutamente originale, che è alla base delle nostre canzoni."
Au Rebour:”Come componete i pezzi? Ad esempio l' ispirazione per i testi...e poi usate sia l' italiano che l'inglese? come mai?”
Alex cramm:” Per quanto riguarda la musica è Cristian, il batterista, a comporre; è lui che getta le basi e propone le melodie;dopo questa prima fase, tutti e quattro (divisi in gruppi da due) ragioniamo sulle eventuali modifiche da apportare. Per quando riguarda i testi, sono io al 90% il creatore,ma anche per questi ci riuniamo (questa volta senza creare gruppetti) e ragioniamo su eventuali termini da cambiare o su frasi da aggiungere/togliere.
Per quanto riguarda la scelta italiano/inglese devo ammettere di avere più facilità nello scrivere in inglese e ritengo, in un certo senso, che questa lingua sia più melodica di quella italiana e credo sia più in grado di poter affrontare tematiche più o meno profonde rispetto la classica "storiella d'amore trita e ritrita" che troppe volte viene proposta nelle canzoni.
A questo proposito cito la nostra "Everything's Gone" ,il cui testo è stato composto in un periodo alquanto buio della mia vita...la dipartita di un familiare... ed esprimo, quindi, il mio pensiero (sono sicuro però di rappresentare anche il loro) riguardo la precarietà della nostra esistenza e del nostro essere, tralasciando però un barlume di speranza alla fine della canzone.
Per concludere quindi, preferisco scrivere in inglese, ma capisco che per un gruppo è fondamentale utilizzare la propria lingua madre per essere al meglio compresi dai propri ascoltatori."
Au Rebour”Pensavo che usaste l’ inglese anche per proiettarvi al di fuori dei confini italiani”
Alex cramm:”Si anche per quello, infatti oltre a scrivere testi originali creo testi NUOVI (e non banali traduzioni) da poter adattare alle canzoni già fatte...sia italiane che inglesi! Inoltre cerco sempre di affiancare ad un testo italiano quello in inglese e viceversa...non si sa mai quello che la vita può riservarti!"
Au Rebour:”Bene,una curiosità, ma quando vi esibite dal vivo fate solo pezzi vostri o qualche cover la suonate comunque?"
Alex Cramm:"Per adesso facciamo cover e pezzi nostri essendo, questi ultimi, solo 5 e non volendo, per scaramanzia, suonarne di nuovi."
Au Rebour:”Più o meno mi hai detto tutto...prima mi dicevi che c'era un argomento che volevi trattare, qual'è?"
Alex Cramm:"Semplicemente il fatto che son venuto, ahimè, a sapere che molte persone ci classificano come il classico gruppetto che crede di essere "Gesù Cristo" sceso in terra... volevo semplicemente dire che prima di gettar sentenze occorre conoscere le persone: personalmente ho un amico che prima ci prendeva in giro ed ora invece esce sempre con noi."
Au Rebour:"Voi studiate no? Come fate a conciliare gli impegni scolastici con questa vostra passione?"
Alex Cramm:"Non conciliamo affatto!!! è questo il duro infatti!!! xD
Scherzi a parte, ci riuniamo a provare il sabato pomeriggio, con cadenza settimanale e con il recupero dell'eventuale prova persa a causa di malattie o altri impedimenti... Per il resto la composizione è effettuata o il sabato stesso o nei ritagli di tempo tra un libro e l'altro...La realtà è che ci crediamo e secondo noi se ci credi, il tempo lo trovi anche dove sembra impossibile."
Au rebour:"Grazie mille per la disponibilità, sei stato davvero molto gentile!"
Alex Cramm:"Grazie a voi!!!"


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Abbiamo intervistato i Deft Creepers via mail, ci ha risposto molto celermente e puntualmente il bassiata del gruppo; ecco a voi l' intervista!
Au Rebour:"Spiegateci come mai avete scelto questo nome."
D.C.:" Deft Creepers letteralmente significa "abili rampicanti", l'idea è nata senza uno scopo ben preciso, vogliamo semplicemnte"rampicarci" in cima alla scena musicale della zona."
Au Rebour:"Diteci brevemente la storia del gruppo."
D.C.:"Il gruppo nasce grazie a Matteo e Davide (chitarristi) che grazie a diversi giri hanno trovato Gianluca alla batteria e Berardo al basso, siamo tutti di Ripa Teatina e proviamo da sempre in un garage adibito a sala prove. Siamo all'attivo da Settembre 2008 ed abbiamo una demo (6 pezzi inediti) registrata ad Agosto 2009."
Au Rebour:"In quale genere vi collochereste?"
D.C.:"Questa è una domanda che ci fanno in molti e spesso troviamo difficoltà nel trovare una risposta. Noi ci definiamo
"Rock-Metal Sperimentale": le canzoni che abbiamo composto e che stiamo componendo presentano un sacco di tendenze verso il Metal e Rock anni '70-'80, ma presentano comunque sfumature melodiche che le rendono un pò particolari. Se volessimo collocarci in un genere sceglieremmo il Metal o L'Hard Rock."
Au Rebour:"Quali sono i gruppi che vi hanno influenzato maggiormente?"
D.C.:"I gruppi che ci influenzano sono molti e di diverso genere. Ogni componente ha una cultura musicale differente da quella degli altri: siamo influenzati da Metallica, Queen, The Clash, S.o.a.d. e molti altri. La nostra cultura musicale multifaccettata la consideriamo come un punto a favore della musica scritta e interpretata da noi."
Au Rebour:"Avete fatto da poco un demo, come avete composto le canzoni, cioè da dove avete preso l' ispirazione per i testi e la musica?"
D.C.:"Le nostre canzoni si ispirano spesso a dei fatti tangibili all'interno della nostra quotidianeità. La canzone "Money's Smile"parla della bella vita dello sfarzo, delle prostitute e delle Harley Davidson, nel complesso parla dei piaceri materiali che troviamo sulla terra. "The Brockton Blockbuster" è dedicata al campione di box Rocky Marciano, nativo del nostro paese, deceduto in un incidente aereo. "332 The Last Storm" l'abbiamo scritta per i terremotati Aquilani, "Welcome to my life" è dedicataall'amicizia che ci tiene legati.
In un certo senso tutte le nostre canzoni sono "impegnate" su argomenti da noi ritenuti di fondamentale importanza, sono dei brani critici, risultato di un'attenta analisi della società e speriamo che il messaggio possa arrivare a tutti coloro che ci ascoltano."
Au Rebour:"Dove vi siete esibiti fino ad ora?"

D.C.:"Abbiamo fatto 20-25 live nei pub del territorio abruzzese. Ci siamo esibiti nel "V premio Rocky Marciano" ricevendo molti complimenti dagli organizzatori (uscendo anche sul Centro e su 7va). Abbiamo suonato a Villa Sant'Angelo, un paesino distrutto dal terremoto, a circa 15km dall'Aquila per portare almeno un pò del nostro sostegno ai terremotati.
L'unica data extra-regionale è stata in occasione del Music Village 2009 a Simeri (CZ)."
Au Rebour:"Progetti futuri?"
D.C.:"Sicuramente trovare un'etichetta discografica che promuova la nostra musica. Siamo fiduciosi, anche se sappiamo che in Italia è difficile far successo. Il nostro progetto principale è quello di formare una scena musicale attiva nella nostra zona, una scena che permetta a noi emergenti di potersi esibire e farsi apprezzare."
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Questa volta Au Rebour ha voluto fare una cosa nuova, non abbiamo fatto l' intervista comodamente seduti nel nostro bar di fiducia sorseggiando un caffè ma, ci siamo confrontati con i problemi che un gruppo affronta tutti i giorni per suonare dal vivo. Ho capito che convincere il locale a farti suonare è già un' impresa poi, ti devi portare tutto, amplificatori, batteria, chitarre aste e quant' altro...di solito si arriva a cose iniziate e non ci si rende conto delle sfacchiante che ci sono dietro a ogni serata..XD
è un impresa ardua montare e smontare sempre tutto e, soprattutto, portarlo avanti e dierto...e qui voglio fare una polemica: visto che i locali vogliono la musica live, non si potrebbero dotare di ampilificatori e batteria così i poveri musicisti si porterebbero solo gli strumenti e il microfono??!!
Per non divagare oltre e non mostrare ulteriormente la mia ignorannza riguardo all' esibirsi live, passiamo alle interviste!
Allora il primo gruppo ke si è sottoposto a questa "tortura" di rispondere sempe alle stesse domande è stato quello degli Orange Headman. Devo dire che, hanno risposto con molta originalità e con parole pregne di significato ad ogni interrogativo...XD
Au Rebour:"Come mai questo nome?"
Orange:"S' ispira, fondamentalmente ad un sogno che ha fatto il nostro cantante, in cui c'erano uomini con la testa a forma di arancia, ma è comunque un' immagine legata all' universo kubricchiano e magrittiano."
Au Rebour:"Diteci brevemente la storia del gruppo"
Orange:"Tre anni fa abbiamo cominciato a suonare insieme e a mettere insieme questo gruppo ma, solo da un anno siamo all' attivo, cioè suoniamo nei locali. Ci sono stati vari cambiamenti di formazione e speriamo che ora, questa sia quella definitiva (-Simone Catena: voce, basso e chitarra -Alessandro Fabrizio: chitarra solista, synth -Gianluca Torelli: chitarra, basso, voce -Ascanio Canci: batteria)"
 Au Rebour:"In che genere collochereste la vostra musica?"
Orange:"Il nostro è un genere che unisce il post rock, lo sperimentalismo anni '70 e il rock classico."
 Au Rebour:"Quali sono i gruppi che vi hanno influenzato?
Orange:"Pink Floyd, Mogwai, Black Sabbath e nell' ultimo periodo i Tool"
 Au Rebour:"Dove prendete l' ispirazione per scrivere la vostra musica?"
Orange:"I testi sono più che altro astratti, cerchiamo di trasfigurare la realtà attraverso combinazioni sempre nuove; è una sorta di immaginario sartriano. Per quanto riguarda la musica essa è frutto soprattutto di improvvisazione, solo dopo la inquadriamo nella canzone."
 Au Rebour:"Progetti futuri?"
Orange:"Soprattutto suonare e pensiamo di far uscire, non una demo ma, un disco a Gennaio"
 Au Rebour:"Grazie mille per la disponibilità!"
Poi la parola, poi, è passata agli Aston Spring che si sono sottoposti con un entusiasmo collettivo a questa intervista, avevano molto da dire e da spiegare sulla loro musica!
Au Rebour:"Come mai questo nome?"
AS:"Be, sinceramente il nome non vuol dire niente ma, ci è capitato di doverci esibire, la prima sera, e non avevamo ancora deciso come chiamarci. Allora abbiamo pensato a unire questi due termini ( Aston e Spring) che hanno, secondo noi, una buona assonanza."
 Au Rebour:"Diteci brevemente la storia del gruppo"
AS:" Nell' Ottobre 2007, Simone di Girolamo (chitarra ritmica e voce) e Marco Nepa (chitarra solista), hanno cominciato a suonare insieme poi, vedendo che c'era feeling tra loro hanno deciso di mettere su un gruppo. Per completarlo hanno chiamato Davide Ferrone (batteria) e Matteo al basso. Quest'ultimo, però, a causa di motivi legati all' università fu sostituito da Fabio Candeloro (basso) che arricchì il gruppo con un nuovo sound. La band ha subito un altro cambio di formazione quando, nel 2008, Davide, per problemi fisici, è stato sostituito da Ascanio Canci alla batteria. In seguito si è ripristinata la formazione originale e nell' estate 2009 è uscito il primo demo con 3 pezzi (gentilmente offerto alla nostra redazione..XD)"
 Au Rebour:"In che genere collochereste la vostra musica?"
AS:"Rock alternativo, grosso modo quello dei Pearl Jam, Alice in Chains, Soundgarden, Neil Young e c'è anche qualche riciamo a Jimi Hendrix. Anche altre sonorità ci influenzano ma in modo minore"
 Au Rebour:"Dove prendete l' ispirazione per scrivere i testi"
AS:"I testi li scrive prevalentemente Simone ma anche Fabio e Davide contribuiscono con qualcosa. Parlano di qualche avvenimento che ci è capitato, del malessere della società o anche quello personale."
 Au Rebour:"Progetti futuri?"
AS:"Stiamo cercando soprattutto di suonare dal vivo, con molto impegno e, pensiamo di riuscire a incidere, per l' estate prossima, un EP scrivendo altre canzoni oltre a quelle del demo."
 Au Rebour:"Grazie mille!"
E, a questo punto, la nostra intervistatrice, lasciata da sola dalla sua fidata compagna e dal valente tecnico del registratore, ormai stremata, ha pensato di non riuscire a restare per sentire il live quindi, rimandiamo alla prossima esibizione una recensione della serata!!! 

intervista ai corporate prison

Voglio aprire ringraziando, veramente di cuore, tutti i gruppi che ci hanno concesso e ci concederanno un' intervista, per la loro disponibilità e soprattutto, per la fiducia che ci accordano. Grazie a chiunque voglia affidare alle nostre pagine le proprie storie e rispondere alle nostre domande senza fantasia..XD
Per parlare di cose utili, questa volta, nel nostro luogo segreto abbiamo intervistato parte dei Corporate Prison; questo è il resoconto dell' incontro!
Au Rebour:"Come avete scelto il vostro nome?"
Davide:"Siamo partiti come cover degli Alice in Chains, e il nostro nome deriva dal testo della canzone Angry Chair. Non volevamo però, usare banalmente un titolo di una canzone, infatti, spulciando tra i testi, abbiamo trovato quest' espressione che ci è piaciuta subito. Il merito è, più che altro, di Alessandro"
 Au Rebour:"Raccontateci la storia del gruppo"
Davide:"Il progetto come cover Aliche in Chains è partito da me, nel dicembre 2007. Conoscevo già Alessio il batterista e gli spiegai la mia idea, lui ne parlò ad Alessandro, suo fratello, e subito si vide che c' era molto interesse da parte di tutti nel formare questa band. Così facemmo la prima prova con un altro bassista che, poi, venne sostituito da Cristina, che già conoscevamo di vista, in quanto cantante delle Amstel. Con questa formazione abbiamo continuato per un anno come tribute band, ma già dall' inizio, c'era la volontà da parte di Alessandro di fare pezzi nostri e questa cosa aveva tutto il mio appoggio. Proprio per questo motivo rinunciammo all' ufficializzazione preferendo la composizione di pezzi nostri ma mantenendo comunque invariato il nostro nome.
Dopo un po', però, ci siamo resi conto che ci occorreva una seconda chitarra così, abbiamo chiamato un altro nostro amico e abbiamo provato con lui per cinque, sei mesi. Solo in seguito, ci siamo accorti che le cose così non andavano perchè, avevamo perso l' armonia e la tranquillità che di solito regnava in sala prove e ci consentiva di fare tre e anche quattro cover nuove ogni volta. Anche perchè i nostri interessi non collimavano con quelli del nuovo chitarrista, in quanto, noi non volevamo avere un genere di riferimento, infatti i nostri gusti musicali vanno dal rocabilly al black metal, ma volevamo sperimentare molto anche perchè non esistono più le etichette di genere, lui invece ,non era molto tagliato per fare queste cose.
Quindi come dicevo prima avevamo visto che, pian piano il nostro gruppo si stava disgregando così, una sera, abbiamo parlato e deciso che dovevamo tagliarlo anche perchè lui voleva stare molto più tempo su ogni brano nuovo per aspettare di crescere e modificare pezzi che a noi, sembravano già suonare bene. Così siamo tornati di nuovo ad essere in quattro e abbiamo deciso che questa sarebbe rimasta la formazione definitiva, anche perchè io suono pure la chitarra e posso benissimo fare l' accompaganamento. Se poi ci servirà un altro chitarrista per le serate, useremo un sassion ma mai metteremo un altro membro effettivo al gruppo perchè, noi siamo come quattro fratelli, stiamo sempre insieme e abbiamo un feeling particolare."
Au Rebour:"Come cover band, come avete scelto le canzoni da reinterpretare?"
Davide:"Facciamo prima a dire le canzoni che non abbiamo fatto, infatti abbiamo un repertorio molto vasto, siamo arrivati a 21 canzoni e in una serata abbiamo suonato anche 18 pezzi. Facciamo sia i cavalli di battaglia che i pezzi ricercati, per i fan che, a volte, nemmeno se lo aspettano. Dei primi 2 album, su 10 pezzi ne abbiamo fatti 8, additittura c'è stata l' idea di voler mettere in scaletta tutto un album, ci mancava poco."
 Au Rebour:"Come mai avete scelto proprio gli Alice in Chains, perchè vi piacevano o altro?"
Davide:" Devo dire che, il mio primo gruppo, all' inizio 2006, è stato proprio una cover band degli Alice in Chains, in questo però non cantavo ma, suonavo la chitarra. Quindi, da ciò, si evince che questa musica mi piace particolarmente."
 Au Rebour:"Di pezzi vostri quanti ne avete?"
Davide:"Ne abbiamo 5 ma di uno manca ancora il testo. A questo proposito, voglio dire che, i testi li scrivo io aiutato da Cristina. Io ci metto, più che altro, la fantasia. Per l' ultima canzone, ad esempio, ho pensato di comporre le parole sfruttando un sogno allucinante che ho fatto qualche sera fa. A parte questo parliamo di cose che ci sono successe personalmente o storie inventate."
 Au Rebour:"E i vostri gruppi di riferimento quali sono?"
Davide:"A dire la verità ce ne sono molti ma, quelli a cui ci rifacciamo maggiormente sono gli Opeth e i Dream Theater, perchè il cuore è quello poi, ci sono altre influenze; ad esempio Alessandro viene dall' hard rock anni ottanta ma, ha fatto un cambiamento totale. Nei nostri pezzi si possono trovare riff rockeggianti ma c'è anche qualcosa di più pesante o arcana. Abbiamo vari spunti insomma e ci piace variare, anche riguardo al canto; abbiamo la fortuna di essere intonati, io, Alessandro e Cristina, quindi stiamo cercando un modo per inserire le varie voci, soprattutto quella femminile, nei nostri inediti."
 Au Rebour:"Fino ad ora dove avete sunato?"
Davide:"Orange, Rock House, Viper Room; al St James ci dovevamo suonare ma io, ho avuto la faringite una settimana prima, siamo comunque andati e abbiamo visto che il locale era strapieno, quindi siamo stati molto dispiaciuti per aver dovuto annullare tutto. Poi ci è successo anche che, per alcune serate, ci hanno chiamato il pomeriggio prima, invece abbiamo dovuto annullare altre per cui ci stavamo preparando da tempo. Per quanto riguarda gli inediti, forse suoneremo a Teramo a Santo Stefano, infatti volevamo fare una serata con le Amstel ma è molto in forse. Comunque sicuramente ad inizio anno faremo qualcosa."
 Au rebour:"Progetti futuri?"
Davide:"Be, noi vorremmo continuare su questa linea e cercare di arrivare lontano con questo gruppo, visto l' impegno che ci mettiamo, soprattutto adesso che siamo riusciti a fare pezzi nostri"
 Au Rebour:"Grazie per la disponibilità"
Corporate Prison:"Grazie a voi"

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Finalmente abbiamo ripreso a lavorare live dopo la lunga, se non lunghissima, pausa estiva. Sono molte le voci e le opinioni che abbiamo raccolto sulla nostra umile rivista; molti ci vorrebbero su carta o come appendice di riviste maggiori ma per il momento noi rimaniamo sul web e soprattutto restiamo indipendenti!!
Ecco a voi l' intervista ai keet'em murt fatta nel solito bar "segretissimo" che, questa volta, però, stava per chiudere con noi ancora dentro..XD
Au Rebour:"Allora spiegateci un po' il vostro nome"
Ivano:"Praticamente è un' esclamazione nel nostro dialetto, io e Luca siamo di San Severo. Per capirci è l' equivalente dell' affermazione romana "li mortacci tua". Abbiamo scelto questo appellativo perchè vediamo continuamente tutti questi gruppi con nomi inglesi, anche se sono italiani, così abbiamo pensato di usare un espressione comune ma anche diversa e molto forte. Dicaimo che, rispecchia anche la nostra musica e, nel contempo, si può interpretare anche come un gioco di parole, invece di "kill'em all" dei Metallica, noi abbiamo coniato keet'em murt."
 Au Rebour:"Raccontateci la storia del gruppo."
Luca:"Io e Ivano siamo venuti all' università qui a Pescara e abbiamo deciso di formare questo gruppo. Per cercare i membri mancanti abbiamo messo un annuncio. Poi, un amico comune, ci ha portato il bassista Roberto e il batterista Dario. Fortunatamente ci siamo trovati subito, erano proprio sulla nostra lunghezza d'onda ...questo è l' importante. Suoniamo insieme da ottobre-novembre 2007."
 Au rebour:"Avete dei pezzi vostri, diteci un po' come fate per comporli"
Luca:"A scriverli è soprattutto Ivano, e qualche volta metto su qualcosa anch' io, poi, li proviamo insieme e li sistemiamo in sala prove."
Ivano:"Non c'è un momento preciso in cui si scrive una canzone, quelle più belle che ho scritto, le ho composte in cinque minuti, senza pensarci troppo. Non c'è bisogno dell' ispirazione o del momento particolare."
Luca:"Tutto è ispirazione per una canzone; ogni cos: da quello he hai vicino a quello che vedi fuori o in tv."
Ivano:"Per me è una cosa molto facile scrivere una canzone, molto più facile di quello che sembra."
 Au Rebour:"In che genere vi collochereste?"
Luca:"Il concetto di base è il punk, e tutto quello che significa, come la libertà di espressione. Questa è l'idea di fondo, poi, musicalmente, possiamo essere più rockeggianti o anche melodici. Per descriverci in una parola sola ti dico punk."
Ivano:"Più o meno è questo il concetto, però ci piace anche variare, ci mettiamo una parte un po' più grunge una parte un po' più tosta o anche melodica, non vogliamo essere fissi su un genere..quello che conta è il contenuto."
Au Rebour:"Quali gruppi vi hanno influenzato?Cosa ascoltavate prima di fondare il gruppo?"
Ivano:"Punk, un po' di hardcore italiano, musica anni '80; ma alla fine un po' di tutto da Elvis a Rino Gaetano. Molto anche la musica italiana, ad esempio i Prozac + ci ispirano molto."
Luca:"Più o meno ascoltiamo tutti la stessa musica"
 Au Rebour:"Avete fatto molti live no?"
Luca:"Si ne abbiamo fatti abbastanza, saranno 34, 35, contando che stiamo insieme come band dal 2007, sono molti. A Pescara abbiamo suonato dovunque, soprattutto all' Orange e allo Spazio Serra"
Ivano:"A volte ci succede che ci chiamano, ma siamo anche noi a proporci. L' importante è che tu ti dai da fare."
Luca:"Abbiamo suonato anche molto dalle parti nostre, diciamo che è un vantaggio essere per metà di San Severo. Siamo stati anche a Roma in uno spazio autogestito, dove, l' anno scorso, è stato fatto un festival con più di 50 gruppi, si chiamava AO festival che è durato due giorni. Ci hanno chiamato loro trovandoci sul myspace; le cose non piovono dal cielo, ma a volte succede che arrivano quanto meno te l' aspetti. Abbiamo suonato anche vicino Lecce, Taranto e Bari, insomma abbiamo girato un po' tutta la Puglia, esibendoci sempre in masserie autogestite, visto che lì sono molto presenti queste realtà che qui in Abruzzo mancano; lì sta nascendo un bel movimento. A nord non ci è ancora capitato di suonare."
 Au Rebour:"Progetti per il futuro?"
Ivano:"Innnanzi tutto il nostro scondo album dovrebbe uscire per il 2010, che come il primo è tutto autoprodotto. Poi il nostro obbiettivo è quello di girare il più possibile; vorremmo andare in tutta Italia e ci piacerebbe anche andare all' estero ma il fatto che noi cantiamo in italiano non ci aiuta. è difficile, devi prima essere conosciuto in patria, tra qualche anno forse, sempre come band underground però.
Piano piano stiamo raggiungendo i nostri obbiettivi, come abbiamo detto, ci chiamano molto, poi, abbiamo venduto 180 dischi e abbiamo fans in tutta italia. Inoltre più di 800 persone hanno scaricato il nostro disco, visto che l' abbiamo messo in download gratutito da un sito. Insomma ci stiamo piano piano espandendo."
 Au Rebour:"Grazie della disponibiltà!"
Keet'em murt:"Grazie a voi!"
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intervista a sergio molinaro

Allora io credo che quest' intervista sia molto interessante, perchè mostra come, solo con la passione e la voglia si possa arrivare più o meno dove si vuole, lo so che ci sono moltissimi ragazzi come Sergio che suonano la chitarra per passione ma io conosco solo lui e quindi ho pensato bene di fargli raccontare la sua storia!!..Anche questa volta è successo tutto per mail ma stiamo tornando live:)!!!
AuRebour:"Raccontaci la tua "carriera" musicale, come hai cominciato a suonare e le esperienze che hai fatto in questo campo."
Sergio:" Ho cominciato a suonare la chitarra la prima volta in maniera seria a 16 anni, in precedenza avevo provato a strimpellarla a 13 anni ma nn avevo avuto molto successo.
L'idea di suonare la chitarra mi è balenata in mente quando ho cominciato ad avvicinarmi alla musica rock o meglio all'hard rock dei Guns N' Roses.
Cosi dopo anni che ascoltavo questo tipo di musica decisi di suonare la chitarra, spinto anche da persone che me lo consigliarono, in primis ricordo il professore di storia e filosofia.
La mia prima chitarra è stata quella scaciolata classica di mio fratello.
Grazie ai miei genitori sono potuto andare a lezione. Ho continuato per tutta l'estate del 2005 e per i successivi mesi fino al 2007. Marzo è stato il mese di rottura per motivi legati alla scuola (ero all'ultimo anno) e per altri motivi personali :D
Durante i miei studi ho anche cominciato a suonare con altre persone "in gruppo" (batteria, basso altre chitarre e voce) infatti mio fratello mi regalò la prima chitarra elettrica : una les paul eko (imitazione ovviamente della grande les paul usata da artisti come Slash, Neil Young, Jimmy Page e tanti altri).
La prima band seria fu quella che ebbi nel terzo liceo quando, a Dicembre, dovevamo presentare delle canzoni per poter suonare al concerto di fine anno organizzato da noi rappresentanti (io ero uno di questi :D).
Suonammo Don't Cry come cover dei GnR e ovviamente io convinsi i miei amici a presentare una nostra canzone inedita. Il pezzo era mio, nel senso che avevo composto la ritmica e alcuni assoli nonchè la parte metrica della canzone.
Ricordo ancora il successone che avemmo :) mi dissero che era un bel pezzo e che dovevo mandarlo a qualche casa discografica!! ovviamente esagerarono però mi fecero molto piacere quei complimenti visto che quando lo presentammo l'intera palestra dove avevamo organizzato il concerto era rimasta in silenzio! :D
Dopodichè ho sempre suonato con poche persone, con chitarristi o con bassisti.
Non sono riuscito più a creare un gruppo. Forse la colpa è stata anche mia perchè mi concentro a fare solo pezzi inediti e non voglio cover. E' il mio più grande difetto in questo campo!
Un mio amico mi disse una volta "Sergio è bravo quando fa le cover, ma da il massimo quando suona i pezzi suoi...E' 10 volte meglio"
 Au Rebour:"Qual' è il tuo chitarrista o gruppo di riferimento?"
Sergio:"Il mio chitarrista di riferimento è senza dubbio Slash.
La sua tecnica, il suo vestiario, il modo di suonare la chitarra mi hanno senza dubbio influenzato molto.
Il mio gruppo preferito sono ovviamente i Guns N' Roses.
Ma questo non deve essere letto come "vivo solo di guns", tutt'altro.
Intendo dire che ho tanti gruppi che influenzano il mio modo di suonare e tanti gruppi sono stati importanti per me e hanno significato tanto, ma i guns sono stati i primi e conserveranno sempre un ricordo indelebile:D
Au Rebour:"Quali generi musicali ascolti e suoni?"
Sergio:"Mi considero sempre un tipo tra l'hard rock puro e l'heavy metal classico.
Io ascolto senza fare cernite hard rock, rock 'n roll, blues, un pò di jazz quando capita, folk, country, ballad, heavy metal, death metal, trash metal, symphonic metal e tutti i tipi di metallo!
Da quando suono la chitarra i miei gusti musicali si sono estesi molto perchè, ovviamente, un musicista non può chiudersi in un unico stile.
Adoro ascoltare anche musica classica e neoclassica! :D e mi appassiono tanto anche a suonarla.
Ovviamente ascotlando i generi uno alla fine li suona pure :D"
Au Rebour:"Progetti futuri?"
Sergio:"Per il momento tra lavoro e università nn ho molto tempo per suonare in gruppi.
Un progetto, però, lo sto portando avanti con un ragazzo che ho conosciuto qui a Milano.
Lui canta e io suono :D però ci mancano gli altri componenti.
Quindi, anche a causa del tempo come ho già detto, mi limito a suonare da solo registrando delle basi fatte da me e suonare sopra degli assoli :D"
Au Rebour:"Ora tu stai a Milano, credi che lì ci siano più possibilità di fare musica perchè è una grande città o proprio per questo è più difficile?"
Sergio:"Sicuramente la grande città offre di più di una piccola. Qui è più fertile il terreno per far partire gruppi nuovi, ma io sono dell'idea che lo stile che voglio suonare non è apprezzato qui in Italia.
La nostra nazione è sempre stata "il paese del bel canto" e non ha ancora la capacità di guardare ai generi che si sono sviluppati dopo.
L' Italia sembra ancora persa in un sogno mai finito dove ci sono ancora Verdi e i grandi compositori come Puccini e altri.
Non ho nulla da dire contro questi grandi pilastri ma, è proprio questo nostro orgoglio riguardo questi grandi artisti che, non ci permette di andare avanti secondo me.
Qui nn ci sono le basi per sviluppare un genere così rivoluzionario come il rock 'n roll o il metallo.
Queste ovviamente sono mie considerazioni personali che nn hanno niente di fondato, ed è ovvio che ho pochissima esperienza nel mondo della musica, ma non me ne faccio un problema e vado avanti per la mia strada, vediamo dove mi porterà :)"

intervista agli OverDrive

Questa è l' intervista agli overdrive, come si legge nel titolo, avremmo voluto incontrarli dal vivo perchè crediamo che siano molto bravi ma qualcosa ce lo ha impedito così ecco l' intervista fatta per e-mail.
Au Rebour:"Come mai avete scelto questo nome?"
OverDrive:"Decidemmo il nostro nome quando ancora il gruppo nn era completo. Nel gruppo non erano ancora definiti i ruoli; infine decidemmo di chiamarci OverDrive sia perchè ci piaceva il significato della parola, cioè "sovraccarico" sia perchè è un' effetto per chitarra."
 Au Rebour"Raccontateci bervemente la vostra storia."
OverDrive:"Gli OverDrive sono nati nella lontana estate del 2006, quando il batterista Enzo D'Innocenzo ha acquistato il proprio strumento. Subito sono iniziati i primi contatti con Davide Piccioli (chitarrista), Federico Croce (bassista) e in seguito anche il cantante/chitarrista Luca Di Fabio; tutti amici di infanzia. Gli OverDrive hanno iniziato ad alimentare il proprio repertorio con cover di gruppi Rock storici degli anni '70-'80(led zeppelin, deep purple ecc...), e il loro primo live risale nel luglio del 2006 con un pubblico abbastanza sostanzioso. Dopo aver conquistato una certa esperienza nei live decidono di comporre la loro prima canzone intitolata "The Show". Essa è stata rivisitata e rielaborata moltissime volte, fino ad aver raggiunto la stato finale. Nell'estate del 2009 gli OverDrive hanno inciso una nuova demo con 3 pezzi inediti, ottenendo il loro primo EP."
Au Rebour:"Quali sono i gruppi che vi hanno influenzato?"
OverDrive:"Ci hanno influenzato i Led Zeppelin, Deep Purple, Queen e altri gruppi contemporanei come Muse."
Au Rebour:"In quale genere vi collocate?"
OverDrive:"Noi suoniamo Rock/hard Rock ma ci piace spaziare in tutti i tipi di rock esistenti."
Au Rebour:"Avete cominciato come cover band come avete deciso i gruppi a cui dedicarvi e le canzoni da interpretare?"
OverDrive:"Abbiamo iniziato a coverizzare le band storiche del rock che ci hanno influenzato grazie al loro sound spettacolare. Solitamente i pezzi li scegliamo insieme e spaziamo da pezzi famosissimi fino a pezzi meno conosciuti."
Au Rebour:"Per quanto riguarda i pezzi vostri dove trovate l' ispirazione per comporli?"
OverDrive:"La maggior parte del lavoro è svolto da Luca Di Fabio (cantante/chitarrista), le nostre ispirazioni vengono dai gruppi sovraelencati però la nostra bravura è dovuta dalla nostra ambizione."
Au Rebour:"Voi studiate, come fate a conciliare questa passione per la musica con lo studio?"
OverDrive:"Facciamo entrambe le cose organizzandoci un giorno a settimana fisso per le prove, cercando di far caonciliare le nostre passioni con i nostri doveri."
Au Rebour:"Dove vi siete esibiti fino ad ora?"
OverDrive:"Gli OverDrive sono in attività da 4 anni quindi le nostre esperienze live sono molte, ci muoviamo in tutta la regione, ad esempio ci siamo esibiti sia a Pescara che a Sulmona, senza escludere che abbiamo avuto esperienze a Roma e a Lecce."
Au Rebour:"Grazie della disponibilità e a presto!"
OverDrive:"Grazie."

intervista a Simone D' Angelo

Abbiamo cambiato bar e forse abbiamo trovato la pace...l' intervista è stata piacevole; Simone è stato molto disponibile e deciso nelle risposte, sa davvero ciò che vuole!
Au Rebour:"Raccontaci un po' della tua carriera musicale"
Simone:"Credo che parlare di carriera musicale sia eccessivo: mi dedico alla musica, però non mi sento ancora un musicista o comunque qualcuno che possa al momento avere una grande rilevanza in questo campo."
 Au Rebour:"Da quanto tempo suoni?"
Simone:"Suono da quando ero piccolo, avevo 7 anni quando ho iniziato con il pianoforte, però diciamo che sono entrato nel “giro” 5 anni fa."
 Au Rebour:"E come hai iniziato?"
Simone:"Ho cominciato da piccolo suonando il pianoforte, poi ho smesso perché non sempre un bambino riesce a conciliare la scuola, anche se stiamo parlando di scuola elementare, con lo studio di uno strumento. Quindi ho lasciato per qualche anno, grandissimo errore, e ho ricominciato successivamante da autodidatta, per merito di mio zio che suona la chitarra; allora, mi sono dedicato sia alla tastiera che alla chitarra. Poi, grazie al catechismo e quindi al gruppo della parrocchia, ho avuto la possibilità di suonare la tastiera costantemente. Nel 2005 mi venne in mente di formare un gruppo come tastierista, ma trovare un cantante è stato impossibile, allora mi sono messo a cantare e, quando c’era bisogno, suonavo anche la chitarra. Da quel momento è iniziata la mia crescita musicale; io penso che il mondo musicale si basa su un’evoluzione naturale, nella quale chi cresce musicalmente va avanti, chi non cresce si “scarta”, in un certo senso, da solo.
 Au Rebour:"In quanti e quali progetti sei e sei stato coinvolto?"
Simone:"Ho iniziato con i 5Watt, progetto durato più di un anno e, per i gruppi di adesso, è davvero tanto. Posso dire di essere stato fortunato, avendo un garage dove fare le prove e un vicinato molto tollerante. Ora questo garage è diventato uno studio di registrazione/sala prove, l’A-41 Lab, che aprirà “ufficialmente” a Settembre di quest’anno.
Poi, per selezione naturale, qualcuno è rimasto indietro e abbiamo formato gli Heaven's Road, con formazione molto simile ai 5Watt. Il nostro genere era il Pop/rock italiano e inglese e siamo arrivati a fare anche qualche piazza, nonostante eravamo sedicenni e diciassettenni. Il ruolo di cantante era tuttavia diventato il mio principale.
Nel Settembre 2007, dopo lo scioglimento degli Heaven’s Road, mi sono dedicato all' Hard rock, con gli Emphasis, ma questo non è il genere che mi caratterizza, preferisco il Pop/rock: per questo motivo ho fondato una cover band, i Controsterzo, nata nel Gennaio 2008. Abbiamo suonato davvero tanto, ci siamo tolti tante soddisfazioni girando i locali di tutto abruzzo; suonavamo principalmente Negrita, Ligabue, Zucchero e Pelù. Poi, la voglia di cambiare, ci ha portato a sciogliere quella line up dopo più di un anno. Con i nuovi Controsterzo, nati a Giugno di quest' anno, ho voluto provare a fare il salto di qualità: da essere il più grande della band sono diventato il più piccolo. Inoltre, questa band si è “trasformata” in Negrita Tribute Band.
Sto facendo nascere anche altri progetti paralleli, per suonare il più possibile e, soprattutto, per crescere ancora di più musicalmente.
Ho anche un progetto house/dance insieme ad un Dj, i Dreamhit: insieme abbiamo prodotto una canzone dal titolo Stardust, l'abbiamo presentata in modo ufficiale allo stabilimento balneare Maya il 16 Giugno di quest’anno e, a Settembre, dovrebbe uscire il singolo con una casa discografica di Siena; per ora stiamo aspettando risposte.
Ho un gruppo acustico, le Emozioni Acustiche, con un pianista, un percussionista e un violinista, con il quale suoniamo principalmente Pop italiano rivisitato in chiave acustica: in questa situazione canto e suono la chitarra acustica.
Mi dedico anche all’attività di Speaker/Dj sportivo: oltre ad essere lo speaker “ufficiale” della Pallacanestro Pescara da più di due anni, ho operato anche nei Giochi del Mediterraneo 2009, commentando in diretta televisiva, tra le altre partite, la finale di pallacanestro femminile Italia – Serbia. Dovete sapere che il basket è un’altra mia grandissima passione, oltre alla musica.
Comunque, tornando a noi, il mio obiettivo finale e sogno è quello di diventare un polistrumentista; da Settembre, infatti, comincerò a prendere lezione di tutti gli strumenti".
 Au Rebour:"Come fai ad organizzarti con tutti questi gruppi?"
Simone:"Ci vuole solo buon senso e buona volontà. Perché si cresce sempre e si capisce che le prove servono fino ad un certo punto: sono utili all' inizio, quando arriva l' affiatamento e il feeling, ma non è più importante fare prove settimanalmente o due o tre volte alla settimana. L'importante è fare un incontro quando serve e farlo bene. Le canzoni si studiano a casa, quando si tratta di cover, perché ovviamente per gli inediti è un' altra cosa. E poi sono circondato da persone splendide che mi motivano e fanno crescere la mia fiducia in me stesso: sto parlando, in primis, del mio insegnante Red Sprecacenere e del musicista Simone Pavone."
 Au Rebour:"Da solo hai mai cantato?"
Simone:" Ho fatto e faccio tuttora serate di piano-bar in feste private e non. Il mio repertorio è misto e si basa sempre su canzoni Pop/rock."
 Au Rebour:"Canzoni tue?"
Simone:"Si, ho anche un progetto inedito, che porto avanti insieme a tutte queste altre cose: riguarda solo me, cioè sviluppo idee mie. Ho fatto qualche produzione suonando tutti gli strumenti, quando non avevo bisogno di altri musicisti, e produzioni in cui avevo bisogno di qualcuno che mi desse qualche spunto. Attualmente sto collaborando con il già citato Simone Pavone, noto pianista pescarese, per un suo disco che uscirà a Settembre di quest’anno: ho arrangiato due brani del cd, dei quali ho dovuto cantarne uno."
 Au Rebour:"Dove trovi l' ispirazione per i testi e la musica?"
Simone:"Innanzitutto io penso che in una canzone debba essere apprezzata la musica; il testo, secondo me, deve essere considerato un contorno. Credo che la musica debba avere più rilevanza perchè se uno è bravo solo a scrivere i testi allora deve fare il poeta e non il musicista. Quasi sempre, per esempio, una canzone mi emoziona per la melodia e non per un bel testo. Esprimendolo a percentuale dò il 60% alla musica e il 40% al testo."
 Au Rebour:"I tuoi gruppi di riferimento?"
Simone:"Io non ho gruppi preferiti sinceramente, in ogni momento della mia vita c'è stato qualcuno a cui mi sono ispirato e ora come ora non ho un riferimento stabile e definito. Ho iniziato da bambino ascoltando solo ed esclusivamente gli 883, poi, piano piano, quando ho cominciato a suonare con i gruppi ho cominciato ad ampliare il mio panorama musicale. Ora ascolto veramente tutto, dal pop alla dance. Comunque, dopo gli 883, sono passato anche al Power Metal, soprattutto per la voce acuta dei cantanti, che mi affascinava troppo. Mi sono anche accorto che, in alcuni periodi, quando ero giù o arrabbiato, una canzone metal poteva aiutarmi. Ascolto anche i gruppi anni '70, '80, '90 rock come i Led Zeppelin, i Queen, i Toto, i Deep Purple ecc. Il Pop però è il genere che più mi caratterizza."
 Au rebour:"Cosa pensi della musica italiana?"
Simone:"C'è tanto di bello in Italia, ma penso la musica deve andare avanti e non sopporto gente che è stata famosa negli anni '60, '70, '80 e che nel 2000 ripropone canzoni con lo stesso stile dell’epoca. Non sto dicendo che la musica debba entrare nei canoni della generazione che si vive, perchè in questo caso si diventerebbe schiavi di essi e la musica non deve arrivare a questo; però un minimo di restyling ci deve essere. Altra cosa che non sopporto è che ora per sfondare è necessario avere una bella presenza e la canzone in sé e per sé è ormai “uscita di moda”; il cantante non è più la figura che interpreta la canzone in modo personale, ma lo fa da artefatto. Molte canzoni, infatti, vengono costruite “a tavolino”, il produttore prende il cantante, lo trasforma, gli dà la canzone e quella lui deve cantare. C'è, quindi, molta freddezza che io non apprezzo. Dall’altro lato, però, come ho detto all’inizio, ci sono anche molte cose belle e interessanti.
 Au rebour:"Pensi che per sfondare ci voglia una raccomandazione?"
Simone:"La raccomandazione ci può stare, ma, ad esempio, nella partecipazione ad un concorso o cose di questo tipo. In un ambito in cui la cosa più importante è vendere, come una casa discografica, l'aiuto esterno non può essere considerato perché non si può mica rischiare di puntare su una persona raccomandata ma che non porta soldi!”
 Au Rebour:"Cosa pensi del fatto che, per diventare famoso si debba arrivare ad un compromesso, cioè si deve essere disposti a cambiare sia look sia musica da interpretare?"
Simone:"Penso che a me non accadrà mai una cosa del genere, anche perchè non è un mio obiettivo diventare un cantante famoso; io canto soprattutto perchè mi piace, il mio traguardo sarebbe solo quello di lavorare nella musica; poi sono una persona che si rende conto di quando una cosa la può fare o non la può fare. Quindi non saprei come mi comporterei di fronte a questa situazione, in linea di massima penso che non accetterei compromessi."
 Au Rebour:"Fino ad ora dove ti sei esibito?"
Simone:"Ho girato tutti i locali di Pescara, più o meno, con i gruppi che ho avuto. Anche nel chietino abbiamo girato molto, nel teramano un po’ meno e saremmo dovuti andare a suonare in provincia de L’Aquila se non ci fosse stato il terremoto. Insomma, ho sempre avuto molte serate live, ma ho voglia ancora di fare tanta esperienza. I concorsi li ho frequentati poco poichè quelli veramente seri, cioè che non sono organizzati solo ed esclusivamente a scopo di lucro, sono pochissimi. Ne ho fatto qualcuno quando ero più piccolo: siamo andati per due anni al Combat Rock al Coktiè Cafè, allora a Francavilla, e quest’anno alla battaglia delle band allo Cherry Village a Ripa Teatina, sempre senza puntare alla vittoria, ma con lo scopo di divertirci e suonare insieme."
 Au Rebour:"Grazie per la disponibilità."
Simone:"Grazie a voi."
 
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Come di consueto diciamo due parole di introduzione;
pensiamo che lo staff del bar dove abitualmente andiamo, ci stia odiando dal momento che ha messo la musica a palla e la barista sbatteva le tazzine continuamente, è stato molto difficile decifrare le parole inquesto baccano, per non dire casino infernale.
Anche perchè con i Meskalina è arduo riuscire a fare un po' d'ordine, soprattutto finchè è rimasto con noi Simone....solo la sua presenza e il suo artistico casino mentale più che evidente.creava scompiglio:)
A parte gli scherzi l' intervista è stata molto piacevole ed è stata seguita da una chiacchierata molto interessante, così abbiamo deciso di fondere le due cose....cioè intervista ufficiale e chiacchierata informale ...questo è quello che ne è venuto fuori.
Au Rebour:"Cominciamo con le domande di rito...come mai questo nome?
Michael:"Ci aspettavamo questa domanda e ce la siamo preparata in macchina:)...allora il nome l' ha scelto il bassista (Fulvio), però diciamo che la versione ufficiale è che, quando si parla di droghe, come ad esempio la mescalina e LSD, ci si riferisce sempre a viaggi e allucinazioni quindi, per assurdo, ci piacerebbe ricreare con la nostra musica, queste sensazioni nelle persone che ci ascoltano."
 Au Rebour:"Quando vi siete formati, come avete cominciato?? ci direste due parole sulla vostra storia?"
Simone:"Diciamo che gli esordi sono stati nel 2002, poi ci sono stati almeno una quindicina di cambiamenti line up e da tre mesi la composizione è questa...comunque noi quattro (Fulvio Angelozzi-basso, Simone di Plinio-batteria, Marco Aceto-chitarra solista, Michael Tenisci-voce e chitarra ritmica) suoniamo insieme da circa tre anni e mezzo, davvero tanto tempo, quindi siamo molto affiatati..stiamo bene così."
 Au Rebour:"Diteci qualcosa in più, come vi è venuto in mente di fondare il gruppo?"
Simone:"...eh la storia è molto lunga se ci mettiamo a raccontare come si è formato il gruppo, potremmo stare qui un mese"
Fulvio:"Il concetto è che abbiamo cambiato tanti musicisti ma, alla fine, se siamo rimasti noi, vuol dire che siamo affiatati e stiamo bene insieme."
Michael:"Suoniamo insieme perchè è la nostra passione, il nostro unico obiettivo è quello di suonare! Ci pagano le serate ma non certo possiamo vivere con quello che ci danno, che viene investio nella sala prove e negli strumenti, cioè nella nostra musica."
 Au Rebour:"La vostra formazione comprende solo voi o c'è anche qualcun altro?"
Michael:" Noi siamo il nucleo principale e, proprio per mostrare che siamo una band unita, nella quale parlano tutti, e il contributo di ognuno è importante, sia sul palco come nelle interviste:anche oggi siamo voluti venire insieme, trovando un momento in cui tutti fossero disponibili. Per la registrazione di alcuni brani e per i live, però, ci siamo avvalsi della collaborazione di due violiniste e a breve dovremmo prendere un tastierista quindi la formazione è in espansione."
 Au Rebour:"Quindi cercate un tastierista ma prima ne avevate uno?"
Simone:"Si faceva parte di quei quindici di cui parlavamo prima."
Fulvio:" Ce ne sono stati 4 seri."
Michael:" Allora per dirla tutta eravamo in 6 avevamo un altro cantante e un tastierista poi per varie vicissitudini siamo rimasti in 4."
 Au Rebour:"Avete cominciato come una cover band?"
Simone:"Bha con il vecchio gruppo eravamo principalmente una cover band dei Muse. ora quando abbiamo messo su, diciamo, il nuovo gruppo siamo rimasti sulla musica '70, '80 e '90 ,principalmente musica italiana rifatta rock così da coinvolgere e divertire il pubblico."
Michael:"La situazione è che, fare in una serata 20 pezzi inediti è un po' impropronibile, perchè la gente non ti segue molto. Bisogna mettere 4 o 5 inediti e contornarli di cover..creare qualcosa che diverta."
 AuRebour:"Come scegliete le canzoni da coverizzare? Sono quelle che più vi piacciono?"
Fulvio:" Adesso abbiamo scelto i Negramaro perchè noi del gruppo, a parte lui (indica Simone) li ascoltiamo e ci piacciono e anche perchè quando abbiamo deciso di dedicarci a loro avevano molto successo".
 Au Rebour:" Allora parliamo delle canzoni vostre. da dove prendete l'ispirazione per comporle?"
Fulvio:"Personalmente è la musica che ascolto che mi ispira."
Michael:"Tutto quello che ascoltiamo alla fine finisce nelle nostre canzoni. Sentiamo soprattutto rock italiano, ma anche gruppi sacri '70 '80 e anche dei giorni nostri."
 Au Rebour:"Come mai cantate in italiano visto che ultimamente la tendenza dei gruppi è comporre in inglese?"
Fulvio:" Penso che comunque se vai fuori, magari riesci a fare qualcosa con l' inglese ma, noi vogliamo puntare su un pubblico italiano che, a quanto pare, ci apprezza :) . Un esempio per noi sono i Negramaro, infatti ci segue anche il loro forum."
 Au Rebour:"In che genere vi vorreste collocare?"
Fulvio: "Rock melodico...anzi più che altro rock!!!"
 Au Rebour:"Che ne pensate della musica italiana?"
Michael (dopo un po' di indecisione da parte degli altri membri del gruppo) "Penso che qualcosa di valido ci sia solo che stenta ad uscire, perchè i migliori rimangono gruppi di nicchia. Anche tra i gruppi affermati ce ne sono parecchi validi solo che, purtroppo, oggi si segue di più il fattore "vendita"...se vendi di più vai avanti anche facendo cose discutibili."
 Au Rebour:"Voi a questo proposito avete intenzione di arrivare al successo facendo qualcosa di discutibile o rimanere nell' underground facendo delle cose di qualità?"
Fulvio:"L' importante è arrivare al successo!"
Simone: "Se l' occasione si presenterà non è che diremo di no solo perchè si tratta di musica commerciale però, non puntiamo a quello dirattamente, scrivere i pezzi per piacere alla gente e non per noi, non ci piace. Forse solo il primo album sarà commerciale."
 Au Rebour:"Dove avete suonato fino ad ora, manifestazioni o locali?"
Fulvio:"Più manifestazioni che locali."
Simone:" Abbiamo fatto un sacco di concorsi."
Michael:"Il Rock contest nel 2006, Rosciano, aprendo il concerto di Cisco insieme ad altri gruppi, il 1°maggio a Pescara due anni fa e poi vari concorsi in Abruzzo e vari locali della zona. Abbiamo anche suonato fuori dalla nostra regione, vicino Foggia..è stato il posto più lontano."
Simone:" La musica non era male, il gruppo che ha vinto era molto bravo, però il trattamento è stato un po' disastroso. Alla fine non abbiamo fatto niente di particolarmente eclatante anche per il fatto di cambiare continuamente la formazione, ci sono stati dei problemi nel preparare i pezzi."
 Au Rebour:"A proposito di questo, come vi trovate a cambiare sempre formazione, cioè una band che è certa dei propri componenti avrà il lavoro facilitato rispetto a una che cambia di continuo la propria formazione, voi come vi trovate?"
Fulvio:" Andiamo a rilento."
Simone:" Dobbiamo riprendere il ritmo"
Michael:" Alla fine suoniamo insieme da 4 anni e quindi lavoriamo bene, nonostante questi imprevisti, perchè ci conosciamo musicalmente. Dobbiamo solo giostrare il nostro lavoro con altre persone che non fanno parte del gruppo."
Simone:" Ogni volta speriamo che la composizione del gruppo sia quella giusta, ad esempio quando eravamo in 5 pensavamo che così andasse bene, che fosse quella defininitiva, ma ci sbaglivamo, infatti se ne è andato il cantante."
 Au Rebour:"Pensate che per sfondare ci voglia unaa raccomandazione o basti il fattore merito?"
Simone:" Il fattore merito conta."
In coro:"Ma ormai ci vuole la raccomandazione anche per suonare in un locale..... però dipende."
Fulvio:" Il 30, 40 % è raccomandazione!!"
 Au Rebour:"Grazie per l' intervista!"
Meskalina:"Grazie a voi."
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autointervista ad Au Rebour:)

Sono passati due mesi dalla nascita di questo giornale on line e noi non ci siamo ancora presentati, forse per scaramanzia, non pensavamo di trovare tutti questi gruppi così disponibili a farsi intervistare da noi (del resto ce ne sono anche alcuni che non ci hanno nemmeno degnato di risposta).
Così, visto che in molti ci fanno delle domande su questo progetto abbiamo deciso di auointervistarci per svelare tutti i dubbi che si potrebbero manifestare.
Che significa Au Rebour e come è nato questo nome?
Au Rebour è francese (non latino come molti pensano) e significa controcorrente. Quando ci è venuto in mente abbiamo subito capito che era perfetto per il nostro giornale perchè non era banale e descriveva perfettamente ciò che volevamo fare. Non è proprio originale come nome, cioè esso è mutuato dai poeti maledetti, avanguardia molto significativa per la sua rottura con le tradizioni.
Da chi è composta la redazione di Au Rebour?
Siamo in tre: Karen (la critica molto critica musicale), Francesca (la giornalista d' assalto) e Ivan (l' autorevole tecnico del registratore). Noi vorremmo, però, che il nostro spazio diventasse un po' di tutti quelli che vogliono gridare qualcosa, che non si sentono rappresentati dalle grandi riviste musicali che non sempre danno spazio a tutte le opinioni, quelli che vogliono far conoscere la propria musica e quelli che amano semplicemente la musica e ne vogliono parlare.
Come avete avuto l' idea?
Noi siamo amici e spesso ci troviamo a discutere su ciò che dicono i mass media (soprattutto tv e giornali) sulla musica e spesso ci troviamo in disaccordo, così abbiamo pensato di fare una nostra rivista dove tutti potevano avere la parola e si privilegiava la musica, non i soldi che ruotano attorno ad essa, il talento e la passione e non le copie vendute.
Qual' è il vostro obiettivo?
Non abbiamo idee grandiose, anche perchè ci rendiamo conto che i gruppi che possiamo intervistare, vista la penuria di concerti consistenti nella nostra Pescara, sono quelli locali, ma ci va bene così. Non vorremmo mai diventare una rivista cartacea che fa concorrenza a quelle del settore, a noi basta occuparci dell' underground...anzi noi PREFERIAMO occuparci delle band emergenti che ancora non hanno un posto nel firmamento musicale e vedono la musica come una passione, che lavorano duro per avere le prime soddisfazioni e sperano che questo mondo possa diventare ben più di un hobby.
In più ci occupiamo anche di recensioni (sarebbe difficile fare delle interviste) di artisti più grandi, diciamo del panorama internazionale, dicendo, dove occorre, ciò che non ci va bene, se sono sopravvalutati o occupano il loro posto a ragione.
Che difficoltà avete trovato?
A parte il registratore che a volte ci lascia a piedi, quindi dobbiamo far fronte alla sua mancanza con appunti o con la sola memoria, le difficoltà per il momento non sono molte. Abbiamo trovato tutte band gentili e molto disponibili, l' unica cosa che ci piacerebbe è farci conoscere di più e coinvolgere maggiormente i lettori che possono (ma di rado lo fanno) inviarci recensioni e playlist.
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intervista a Red

Questa volta, nostro malgrado abbiamo dovuto fare un' intervista via mail ma speriamo di rifarci presto andando a vedere, anzi, soprattutto a sentire Red dal vivo!
Au Rebour:" Come mai hai scelto Red come pseudonimo?"
Red: "ehehehe, una domanda che mi fanno tutti in pratica e puntualmente rimangono un po' stupiti.
Mi chiamo proprio "Red", e la seconda domanda è, "si ma proprio il tuo nome vero?" e io "No non ci siamo capiti" io mio nome è Red all'anagrafe.
La terza è "e come mai questo nome?" E qui ci servirebbe un bel po' di tempo per la spiegazione. Ma in pratica già sapendo che il mio papà, avendo trascorso la sua vita nella musica come DJ, presentatore, titolare di radio private ecc, si può già intuire un po' il perché del mio nome. :-)"
Au Rebour:"Raccontaci un po' la tua carriera musicale; come ti sei accostato alla musica e le esperienze che hai avuto nel tuo cammino di artista."
Red: "Come ho detto prima mio papà è sempre stato nella musica, quindi sono sempre stato immerso anch'io in tutto ciò, tanto che la mia cameretta quand'ero piccolo, fu ricavata da uno studio della radio privata che mio papà aveva in quel periodo.
E' stato proprio lui a farmi conoscere la musica e tutto quello che ne ruotava attorno, infatti a 9 anni ero con lui e con il suo staff a fare serate in giro per l'Abruzzo come tecnico.
Proprio verso i 9 anni ho iniziato anche a suonare le tastiere e a cantare le prime cover, tanto che dopo qualche anno, incisi con un amico il mio primo lavoro discografico, intitolato "Caro amico mio", composto da molte cover POP di cantanti italiani e un brano inedito, che appunto dava il titolo all'album, cantato in due e composto da me nella parte musicale e da questo mio amico autore del testo.
Ovviamente non ve lo faccio ascoltare perché sono passati anni luce e tutto è cambiato eheheh...
Era la fine degli anni 80 e quindi anche la prima epoca deila computer-music.
Il lavoro di "Caro amico mio" insieme ad un arrangiatore ed un fonico, mi ha fatto vedere ciò che sarebbe stato il futuro, avendo un computer a disposizione, la conoscenza dell'elettronica. il poter curare gli arrangiamenti da solo, sviluppare un'idea direttamente da ciò che partiva da te stesso, senza avere ostacoli di altri musicisti, che spesso mi ripetevano "questo che dici non si può fare"... e io rimanevo così a bocca aperta dicendo "sarà vero?" (certo che no, tutto si può fare, per questo si chiama "arte"). :-)
Da lì sono iniziate le serate live nei locali, nelle piazze italiane, le apparizioni nelle TV locali, i vari concorsi canori. Tante situazioni differenti, che mi hanno portato, ad avere l'interesse anche per gli altri strumenti che attualmente suono.
Iniziai a suonare le tastiere e cantare, nelle piazze con le varie orchestre spettacolo, che mi hanno dato la possibilità di fare molta esperienza e di capire cosa significasse "stare su un palco", alla importantissima "comunicazione col pubblico" e non solo salirci e fare quello che mi toccava. Iniziai anche a suonare la chitarra e proprio in queste serate la portavo live, avendo la possibilità di cantare e coadiuvare il primo chitarrista stando nel fronte palco.
Mi sono trovato sul palco con vari artisti e cantanti della musica italiana, e sono sempre stato un po' una spugna di tutto ciò che mi circondava, ogni piccolo particolare, di ogni strumento, di ogni cantante, di ogni musicista, di tutto ciò che succedeva attorno. Ogni cosa mi affascinava, tanto che ho iniziato a suonare il basso e la batteria, per avere ancora la possibilità di portare il tutto sui miei brani.
Da tutto ciò è scaturito ciò che faccio ora e spesso mi ritrovo che molte persone mi conoscono per cose diverse, chi come chitarrista, chi come produttore, chi come tastierista ecc.
Ad esempio ho lavorato con "Kelly Joyce" come fonico per 3 anni e solo dopo esserci conosciuti meglio, sono entrato a far parte della band come tastierista e corista. Quindi diciamo che in quella situazione mi conoscono così.
Ho scritto e arrangiato un brano per "Kelly Preston" (attrice, moglie di John Travolta), un brano che fa da apertura per il suo sito, insieme ad Aldo Stanzani (con cui ho il progetto STM in US) e quindi incontrato John, che mi conosce come produttore.
Non sto qui ulteriormente ad elencare altre cose, semplicemente dico che "sono un cantante", certo, forse un po' differente, perché appassionato a tutto ciò che c'è attorno alla musica, ma sicuramente, prima di tutto "cantante".
 Au Rebour:"Scrivi tu i testi delle tue canzoni?"
Red:"In genere si, anche con qualche piccola eccezione. Cerco di scrivere io tutti i miei brani, è proprio questo il mio fine, fare tutto da solo, visto che sono io il produttore. A partire dalla composizione del brano, il testo, per passare agli arrangiamenti, a suonare tutti gli strumenti, a fare i cori, le registrazioni, i missaggi e le finalizzazioni di tutti i brani, cercando di competere con le produzioni commerciali delle grandi etichette."
 Au Rebour:"Dove trovi l'ispirazione?"
Red:"L'ispirazione è in qualsiasi posto per me.
Dalle cose più semplici come un'emozione di una parola, di un discorso, dall'ascoltare gli altri suonare che ti fa pensare a tutt'altro di ciò che stanno suonando, avere la chitarra in mano e giocarci, fino a finire (e spesso molti dei miei pezzi sono così) ai miei "sogni" (quelli che si fanno di notte) dove è già tutto bello che fatto. Mi sveglio e vado al computer a registrare spesso la bozza di tutto, brano, arrangiamenti ecc.."
 Au Rebour:"Ascoltando i pezzi che hai sul myspace, questi sono sia in italiano che in inglese, come mai? Come scegli la lingua da usare?"
Red:"Per la questione dell'italiano e dell'inglese è complicato, a partire dal fatto che ho un'estrazione musicale americana, che non viene da una questione di esterofilismo, ma di puro gusto sonoro.
Oltre questo, il problema probabilmente risale al fatto che la musica più va avanti e più ha una certa sonorità. Ci sarebbe da discutere molto su questo lato, ma il punto è che l'inglese rispetto all'italiano ha molte parole monosillabi (get, this, want, look, shy, life) e quindi ti permette di poter dare degli accenti musicali a piacimento riuscendo a dire tutto come meglio credi. La sonorità della musica pop oggi è così, è tutta in "levare". Il lato musicale mi interessa particolarmente.
Nell'italiano spesso si è obbligati a dare una certa sonorità (in "battere", tipico della musica classica), perché le parole sono più lunghe e spesso con accenti che stanno al centro della parola (prèndere, quésto, volére, guardàre, vergognàrsi, vìta),
Ve l'immaginereste parole come queste sopra girate di accenti? eheheh
"prendére, questò, vòlere, vergògnarsi, vità, ahauhauhauh...
In molti in realtà lo fanno, ma l'italiano viene abbastanza storpiato.
L'inglese è molto più duttile, ma anche altre lingue come ad esempio lo spagnolo (che sarà anche quello in alcuni miei pezzi futuri).
Poi ovviamente ci sono canzoni che stanno benissimo in italiano e che in inglese non renderebbero.
Un altro punto è che in Italia la musica inglese non va, "l'italiano preferisce l'italiano", o meglio preferisce che un artista italiano canti musica in italiano, se arriva un brano in inglese significa che è di qualche altro posto e le grandi etichette, a cui serve fare "commercio" e quindi giustamente "soldi", fanno ciò che può vendere di più, togliendo di mezzo quella che potrebbe essere una canzone o un artista che può dare frutti oggi e per gli anni a venire. Per loro è meglio fare i soldi subito... ma se ne stanno accorgendo anche loro che non è proprio la via giusta.
Ma ciò che dico io è che "l'arte è arte", deve uscire, non deve essere troppo pilotata."
 Au Rebour:" C'è anche una cover, ne hai fatte altre? e come scegli le canzoni da reinterpretare?"
Red:"Per quanto riguarda le cover, ne faccio tante nei miei live, per la maggior parte in inglese, anche se spesso ci sono dei pezzi di alcuni artisti italiani, che sono veramente notevoli ed è impossibile non dare giustizia a questi pezzi. Tra questi pezzi posso mettere alcuni brani degli Stadio, di Raf, Zarrillo, Alex Britti. ecc.
La scelta ricade molto dal connubio tra una bella canzone e una bella vocalità, che non su tutti gli artisti che ho nominato si trova, ma che ne hanno spesso le sonorità e caratteristiche da poter sfruttare.
Spesso in Italia si da molta importanza ai testi, ma poi chi li canta... e non riesco a capire come possa essere "musica" qualcosa che è solo una bella poesia. Non sarebbe meglio facessero i "poeti", senza scomodare le note, visto che non è cosa che gli compete?
Anche qui si potrebbe parlare molto, ma nascondiamoci dietro il muro di carta trasparente che "è questione di gusti". ;-)
 Au Rebour:"Hai un musicista di riferimento o un genere nel quale ti collochi?"
Red:"Difficile anche qui, cose che per me sono un po' differenti, non ne ho uno specifico.
Di sicuro ho e ho avuto dei punti di riferimento come artisti, però il punto è che vengo da un po' tutta la musica, quindi potrei dirti che amo alla follia "Whitney Houston", che per me è l'esempio migliore di vocalità, comunicazione ed emozione (prova ad ascoltare "I have nothing" e dimmi se non hai i peli che ti si drizzano fino al tetto... e parliamo di una registrazione in studio, non un live), ma ovviamente non mi ci assomiglio molto.
Poi comunque mi piacciono in genere molte donne della musica cantata come Christina Aguilera, Aretha Franklin, Ella Fitzgerald, Joss Stone, per passare a Gloria Estefan, Laura Pausini, ma anche per gli uomini, come Rod Stewart, Sting, Eric Martin (Mr.Big), Steven Tyler (aerosmith), Freddy Mercury, Michael Jackson, Bobby Kimball (Toto), Stevie Wonder, Al Jarreau, Jay Kay (Jamiroquai) Getano Curreri (Stadio), mi piacciono le band, Mr.Big, AC/DC, Aerosmith, Jamiroquai, ma vengo anche da molta musica suonata, di artisti differenti e differenti strumenti. Jeff Porcaro, Dave Weckl Vinnie Colaiuta, Billy Cobham, Virgil Donati (batteristi), mi piacciono Steve Vai, Paul Gilbert, Tommy Emmanuel, ecc (chitarristi), Victor Wooten, Jaco Pastorius, Billy Sheehan (bassisti), Michel Camilo, Otmaro Ruiz, Stefano Bollani (pianisti)... vado avanti? Ce ne sarebbero molti altri. :-)
Il fatto è che tutto ciò per me è musica e la differenza nella musica la fa chi la suona, le note sono uguali per tutti. Per me è tutto un convogliare di tantissime cose, tantissimi generi, tante sonorità diverse ed epoche diverse.
Se proprio vogliamo dare un genere, che purtroppo è una cosa che si scrive sui dischi per chi li va a comprare, diciamo che posso essere tra il Funk, Rock e Soul, ma è giusto per sommi capi, perché comunque ha tutto un aspetto più Pop, anche se più articolato."
 Au Rebour:"Ti presenti come un artista autonomo ma ti avvali anche di altri musicisti ad esempio per i live o gli arrangiamenti?"
Red:"Come già dicevo prima, il mio obiettivo è quello di fare tutto solo, per non far perdere le idee "per strada".
Anche se qualcuno potrebbe dire che altri musicisti potrebbero arricchire tutto ciò. Si, è anche vero, ma nella maggior parte dei casi è sempre stato il contrario per me. Anche per questo ho imparato a suonare tanti strumenti e a conoscere le tecnologie e la produzione.
Proprio per questo tutto ciò che senti sul disco è fatto tutto da me stesso.
Nei live invece, ovviamente, con me ci sono tanti bravi musicisti, che hanno suonato con me in molte situazioni diverse, tra cui il chitarrista "Diego De Luca", insostituibile amico e un musicista con un grande cuore e poi ne potrei mettere molti altri che spesso suonano con me nei live, spesso sostituendosi, perché non suonano ovviamente solo con me, tra cui Simone Pavone (pianista), Danny Manzo (batterista), Dante Melena (batterista), Giuliano De Leonardis (bassista e papà musicale) ecc.
 Au Rebour:" Dove ti sei esibito fino ad ora?"
Red:"Molte sono state le situazioni in tutto il mio percorso, ma diciamo che il progetto vero e proprio della mia carriera artistica di cantante solista ha subito un "reload" da poco, con il nuovo EP "Somewhere in the sky". Quindi tutto riparte da qui."
 Au Rebour:"Cosa fai nella vita? Come riesci a conciliare la musica con questo?"
Red:"Nella vita faccio il musicista, il produttore, l'insegnante e il cantante, quindi quello che faccio per vivere, anche se tutti dicono "si, ma di lavoro?" ehehe, è il "musicista". E' il mio mestiere e la mia passione, cosa volere di più?
L'unica cosa difficile è cercare di sfruttare bene il tempo da dedicare al lavoro e quello da dedicare alla passione."
Vi ringrazio dello spazio che mi avete dedicato e vi lascio il mio sito web, dove potete trovare gli aggiornamenti su di me e le varie pagine in giro per internet: http://www.redsite.it
Vi ricordo anche che potrete tra poco trovare su iTunes music store, l'EP "Somewhere in the sky" contenente 2 brani, tra cui il pezzo appunto che da il titolo, tra l'altro dedicato a Freddy Mercury e al suo carisma come artista, con una sonorità che ricorda un po' la sua con i Queen e "Give me a reason", un brano più soul.
L'EP è già in vendita su CDBaby a questo indirizzo:
Vi mando un abbracio, Red. :-)

intervista agli ALTERNATIVA-MENTE

Abbiamo incontrato parte degli Alternativa-mente in un caffè ed è uscita un' intervista molto piacevole, più che alto una chiacchierata sulle difficoltà di fare musica quando ancora non si è conosciuti e sulla voglia che si ha di emergere, in quanto la musica è una passione molto forte.
Au Rebour:"Spiegateci il significato del vostro nome"
Antonio: "Allora... noi ci chiamiamo ALTERNATIVA-MENTE, l' idea è nata dal genere che volevamo sviluppare, non ci piaceva nè un rock troppo duro, nè un pop commerciale che fosse simile a quello dei Dari o dei Finley, gruppi che non molto ci piacciono, e abbiamo avuto l' idea del rock alternativo, da qui il concetto di mente alternativa e con un gioco di parole viene fuori Alternativa-Mente."
 Au Rebour:"Diteci un po' la storia del gruppo"
Valerio: "Dunque io Antonio e Federico (l'altro chitarrista), suonavamo già in un altro progetto che, per noi è stato molto importante musicalmente perchè ci ha permesso di calcare i palchi della zona pescarese. Noi suonavamo cover in stile metal, non abbiamo mai fatto pezzi nostri, ma la voglia di esprimerci era tanta e quindi un' estate, io e Antonio, abbiamo deciso di mettere su questo gruppo coinvolgendo anche Federico e cercando un altro chitarrista e un cantante.
Ora abbiamo un po' cambiato la nostra line up e siamo arrivati alla formazione definitiva e ci possiamo ritenere soddisfatti perchè abbiamo trovato una coesione a livello musicale e personale.
La formazione definitiva del gruppo è: Mattia Stirpe (voce), Antonio Martinez (basso), Francesco Di biase (chitarra), Federico Mariani (chitarra), Valerio Camplone (batteria)."
 Au Rebour:"Allora avete registrato una demo?"
Antonio: "Questa è la seconda demo che registriamo, la prima l' abbiamo incisa il Natale scorso ma non è uscito il lavoro che pensavamo, soprattutto per quanto riguarda la qualità audio. Da questo punto, dopo sei, sette mesi sono cambiati il chitarrista e il cantante e siamo andati in uno studio di registrazione aperto da poco a Città Sant' Angelo. Qui abbiamo trovato un buon rapporto qualità prezzo e pensiamo che sia uscito un buon prodotto."
 Au Rebour:"Dove trovate l' ispirazione per le vostre canzoni'"
Valerio: "Sono molto orgoglioso di quello che sto per dire perchè molte band scrivono i pezzi singolarmente, poi si incontrano in sala prove e accade che gli altri componenti della band devono solo impararlo. Noi invece manteniamo la coesione anche in questo, anche se ci sono dei pezzi nel nostro repertorio che sono caratteristici solo di uno di noi, ma ciò è raro, infatti siamo soliti scrivere e arrangiare insieme. Anche i testi, non diciamo di scriverli al cantatne, ma usciamo la sera, e scriviamo tutto quello che ci viene in mente, tutti insieme."
Antonio: "Di solito ci proponiamo un tema, come un' amicizia tradita o un problema sul quale si devono prendere delle decisioni e scriviamo anche in base a come vogliamo che suoni la canzone."
 Au Rebour:"Voi in che genere musicale vi collochereste?"
Antonio: "Alternativo!!!...in linea di massima pop rock. Come dicevamo prima, non è nè un rock commerciale nè un rock che non si può ascoltare, troppo duro, cerchiamo una via di mezzo, anche perchè io Valerio e Federico arriviamo da esperienze metal, Francesco ascolta soprattutto i Lacuna Coil e Mattia faceva rock italiano, Vasco Rossi , Ligabue e Negramaro quindi stiamo riuscendo a fondere tutti questi generi negli Alterna-tivamente. Proprio per questo a volte è difficile definire i nosti pezzi; perchè alcune volte sono più spinti, come "Nulla cambierà", altre volte sono ballad, praticamente delle canzoni d' amore, come "La pioggia".
Valerio:" La cosa particolare è che, anche se le melodie possono anche essere commerciali, c' è l' uso di distorsori e assoli di chitarre simili a quelli metal che normalmente mancano nella musica commerciale, quindi è un bel mix."
 Au Rebour:"Voi studiate tutti, come riuscite a conciliare questo con la passione per la musica?
Antonio: "Si studiamo tutti studenti chi va all' università e chi fa le superiori."
Valerio:" è dura conciliare le due cose, per me, ad esempio, viene sempre al primo posto la musica, questo potrebbe essere un problema ma si va avanti. Infatti io ora faccio l' ultimo anno delle superiori ma negli anni del liceo ho scritto molte cose durante le ore di latino ad esempio. La musica vince sempre su tutto!"
 Au rebour:"Voi suonate per hobby o pensate che in futuro possa diventare un lavoro?"
Antonio:"Bè all' inizio era un hobby ma poi ci siamo resi conto che avevamo delle potenzialità e se le canzoni verranno ascoltate da qualcuno che poi può trovarti degli ingaggi anche all' interno della regione, ad esempio un giro dei pub abruzzesi, anche solo con un rimborso spese per i viaggi, noi saremmo contentissimi. Cioè... noi partiamo dal presupposto che questo sia un hobby ma se troviamo il modo di alzare un po' il livello saremmo contentissimi."
Valerio: "Abbiamo visto la musica sempre come qualcosa di più di un hobby, anche quando a 15, 16 anni facevamo cover metal, salire su quel palco per noi era davvero tanto, e quindi abbiamo sempre pensato alla musica come una grande passione."
Antonio: "Due o tre prove a settimana, pomeriggi interi a suonare, ora però con la scuola e gli esami di stato ci siamo duvuti limitare un po', quindi possiamo definirlo un hobby ma che ci prende la maggior parte del tempo"
 Au Rebour:" Ma forse è meglio così perchè quando cominciano ad esserci le entrate, magari si perde la passione per la musica, è come se si dovesse comporre per forza!"
Valerio:"Si ma questa possibilità, cioè di fare musica per lavoro, noi la vediamo molto lontana. Comunque è vero, si rischia di lavorare come un' azienda, con dei termini che si devono rispettare magari per produrre un disco senza pensare alla qualità. Invece noi qui non abbiamo scadenze, scriviamo, in primis per noi, poi per chi ci ascolta e quello che esce è un lavoro genuino, un lavoro nostro perchè non c'è nessuno che ci mette dei limiti, noi facciamo come ci piace. Speriamo anche che rimanga così, se un giorno trovermeo qualcuno che collaborerà con noi come un' etichetta discografica, anzi dobbiamo mantenere questo stampo casereccio, diciamo."
 Au Rebour:"Quali sono i vostri progetti futuri allora?"
Antonio:" è in uscita la demo, stiamo cercando una ditta dove stamparla serigrafarla ecc. e poi la metteremo in giro il più possibile tra amici, locali che conosciamo, cercando di farci più pubblicità possibile a Pescara e dintorni."
 Au Rebour:"Dove avete suonato fin ora?"
Antonio:"Partendo dall' inizio, abbiamo suonato: all' istituto d'arte alla festa della scuola, al Cocktiè cafè, al Rock house, allo Cherry Village a Ripa Teatina, insomma abbiamo girato un po' tutti i locali della zona."
Valerio: "Ciò però maggiormente con la vecchia line up perchè la nuova ha avuto subito come obiettivo lo studio di registrazione. Quindi adesso ci dedichiamo alla produzione della damo che per noi è davvero molto perchè ci abbiamo messo anima e cuore, poi dopo si passerà ai live, in quanto l' estate è vicina e ci saranno sicuramente delle date in zona."
 Au Rebour:"Voi pensate che per arrivare al successo siano importanti le conoscenze?"
Antonio:"Nei concorsi iniziamo a pensare che siano importati le conoscenze, ma anche nel trovare le serate. Perchè se sei piccolo e non conosciuto ti snobbano, cercano solo il gruppo forte che porta gente che fa guadagnare. Da piccoli e sconosciuti è un po' difficile partire ma ce la metteremo tutta."
Valerio:"D'altra parte noi conosciamo anche altre band dell'ambiente e ce ne sono alcune che si sono fatte valere per quello che sono, ma non è che le trovi su Mtv o cose del genere, e anche i contratti che ti propongono non sono grandi contratti, magari riesci anche a fare una serata in Svezia però ti pagano solo il viaggio, non hai un guadagno personale e suoni solo per il gusto di suonare. In questo campo è molto difficile farsi notare, anche le demo, non è sicuro che vengano ascoltate. Per questo vogliamo promuoverle prima in zona, e poi magari espanderci avendo già un' esperienza alle spalle."
 Au Rebour:" Nei vostri live com'è la scaletta?"
Antonio: "Arriviamo a un' ora e mezza tra pezzi nostri e cover"
Valerio:"Giustamente facciamo anche delle cover perchè, sappiamo che chi ci viene a sentire non ha tutta questa voglia di ascoltare un lavoro inedito,quindi, spezzare con brani conosciuti può aiutare psicologicamente l' ascoltatore."
 Au rebour:"quali cover fate?"
Valerio:"Negramaro, Ligabue, Timoria, Le Vibrazioni, musica italiana che si avvicina un po' al nostro genere."
Antonio:"Però non cerchiamo di riprodurle, quindi farle come nel disco, ma le riarrangiamo in sala prove, facendole un po' nostre. Non ci piace la riproduzione pedissequa."
 Au Rebour:" Allora grazie per l' intervista speriamo di vedervi presto live!"
Antonio e Valerio:"Grazie a voi!" 
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lost in 80s -intervista-

Innanzi tutto la redazione di Au rebour vorrebbe ringraziare per l' accoglienza e la disponibilità i Lost in 80s che ci hanno gentilmente ospitato alle loro prove, in un' atmosfera molto gradevole e amichevole...anche se all' inizio avevamo pensato che ci avrebbero sguinzagliato dietro i cani ma.. Ebbene, i cani sono arrivati ma..sono stati molto cordiali anche loro!! In attesa di una recensione su una loro data, ecco l' intervista!
Au rebour: "Diteci un po' come è nato il vostro gruppo..un pò di storia.."
Cristian-voce-: Premetto che i 3/5 del gruppo si conosce da sempre perchè c'è mio fratello (Andrea) e nostro cugino(Matteo)... poi gli intrecci sono stati che Matteo e Ferdinando frequentavano la stessa scuola, quindi l' incontro a livello artistico è cominciato proprio in questo ambito. Io e Matteo poi abbiamo suonato su percorsi paralleli con altri gruppi new metal e punk rock melodico..anche se la scena musicale pescarese non è tanto sviluppata...anche per demerito di chi suona perchè sono in molti quelli che vogliono suonare ma ci sono pochi che fanno concretamente qualcosa di nuovo.
e poi..poi abbiamo iniziato a suonare con Ferdinando, che presto però ci ha abbandonato perchè è andato in Irlanda a fare un corso di tecnico del suono....a proposito sta per aprire qualcosa di nuovo a Pescara: uno studio di registrazione!!! Ed è davvero una cosa nuova..constatiamo tristemente che qui in città queste strutture sono ormai sparite, e lui vuole, molto coraggiosamente, investire nella musica.
Chiudendo la parentesi.. La storia del gruppo inizia davvero con un'e-mail di Ferdinando, che un bel giorno, di ritorno dall'Irlanda, mi scrive : "Che facem? Sunem?" e io:"E chi ti po' ringrazià??!!" e quindi dopo questa pausa forzata ci siamo rimessi a suonare insieme e...ed è nato questo gruppo...l' ultimo acquisto è stato Pepi (Giuseppe) che si è integrato subito, sia musicalmente in quanto, venendo dalla musica house ( da discoteca che però ci tiene a precisare che suona solo per visibilità dato che non è il suo genere) conosceva molto bene il repertorio anni 80' ballabile, sia come persona.. noi siamo molto amici, siamo una band unita... dopo i concerti e la prove viene sempre fuori una bella serata...o andiamo insieme a comprare le corde per i live... cose così.
Il nostro gruppo si è formato soprattutto perchè a Pescara tutti vogliono suonare ma non si fa molto caso a quello che si suona... ci sono moltissimi gruppi e noi abbiamo pensato di fare qualcosa di nuovo.
I nostri spettacoli sono quasi una rimpatriata tra amici, anzi a volte ci tratteniamo anche dopo a suonare e si creano situazioni simpatiche come un concerto dentro un concerto.
I nostri live sono delle grandi feste e il pubblico ne viene molto coinvolto ...devo dire che non sono mancati episodi spiacevoli (sorride) :siamo stati invitati a smettere di suonare della polizia a mezzanotte meno dieci quando è ben noto che i locali non servono più alcolici dalle due e chiudono alle tre!...giusto per svelare un pò di quello che succede a Pescara!"
 Au rebour: "Come scegliete le vostre canzoni?"
Cristian: "Principalmente quelle che ci piacciono, ma più che altro canzoni ballabili che coinvolgano il pubblico. Poi suonando in acustico la situazione è molto rilassata, non proprio come nell' immaginario unplugged. Per scelta abbiamo abbandonato gli sgabelli mostrandoci più dinamici, per spingere gli spettatori a ballare.
Devo dire che il riscontro del pubblico è stato grandissimo,decisamente maggiore di quanto ci aspettassimo! C'è anche da dire che abbiamo aspettato molto prima di uscire allo scoperto, preparando una scaletta molto ricca già dall' inizio; non volevamo arrivare con pochi pezzi e contare troppo sui bis. Poi il repertorio è in continua "espansione" ..siamo molto produttivi.. riusciamo anche a portare due brani nuovi per ogni serata..anche grazie al panorama degli anni '80 che è molto vasto..e accade che si affiancano a canzoni più conosciute di gruppi famosi,anche canzoni meno note, diciamo meteore di gruppi che ormai sono spariti. "
 Au rebour: "Come mai quest' uso di percussioni?vogliamo saperne di più!"
Cristian: "Abbiamo deciso di usare le percussioni nonostante avessimo una batteria perchè cercavamo un suono nuovo.E penso che la formazione del momento sia perfettamente in equilibrio. Ora come ora non potremmo fare a meno di nessun elemento, ognuno mette un po' della sua bravura, dagli assoli di chitarra, ai cori e alle percussioni.
Le serate stanno continuando ad avere un riscontro di pubblico molto favorevole e anche i padroni dei locali rimangono piacevolmente sorpresi da noi.... "
Au rebour: "Pensate di comporre dei pezzi vostri?"
Cristian: "Bhè prima di tutto tengo a precisare che abbiamo dei progetti paralleli che stiamo portando avanti... comunque l'idea ci ha sfiorato..sicuramente se metteremo su pezzi nostri non li faremo uscire sotto questo nome..perchè..bè perchè è il nome stesso che indica il nostro ambito..il nostro lavoro "anni 80"... se componessimo sotto il nome di "Lost in 80s" dovremmo comporre canzoni che si ispirino principalmente a questo periodo...e quindi..e quindi ripeto: per ora ci pensiamo..ma se decideremo di comporre, lo faremo sotto un altro nome..perchè con quello attuale non avrebbe alcun senso."
 Au rebour: "E..dove avete suonato fin'ora?? che avete fatto per farvi conoscere?"
Cristian: "Abbiamo suonato soprattutto a Pescara. Il nostro esordio è stato a Pescara vecchia...abbiamo portato un demo nei locali per farci conoscere e poi ci hanno chiamati. E..iniziano a cercarci anche fuori Pescara..stiamo pensando di portare avanti più date quest'estate... il pubblico ci vuole bene e ci cerca..Noi stessi siamo rimasti esterefatti dagli ascolti dei nostri demo su myspace e degli iscritti al nostro gruppo su facebook...anzi ora abbiamo anche pubblicato il nostro canale youtube dove mettimo filmati che i fans ci mandano dopo le serate. Sono molti, come ho detto, che dopo averci ascoltati ci ricercano sulla rete."
 Au rebour: "Suonate per hobby o pensate che questa vostra passione possa, un domani, diventare un lavoro?"
Cristian: "Principalmente suoniamo per passione..tranne Ferdinando che ha deciso di mettere su questo progetto molto interessante e innovativo per la città di Pescara."
 Au rebour: "Grazie ragazzi! Grazie per la disponibilità..e ci vediamo alla prossima data per una recensione!"
Cristian: "Grazie a voi!"

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